La formazione per un sindacato che sa guardare avanti
Si conclude in questi giorni a Fiuggi il “Corso lungo” dirigenti e operatori UILA
di Giampiero Bianchi
“No scholarship is possible without conviction, without a view of totality”
(Otto Kahn Freund)
Non è certo un caso che, negli stessi giorni in cui la UILA festeggia i suoi 25 anni di vita, si concluda a Fiuggi, alla presenza del Segretario generale, Stefano Mantegazza, la VI settimana del Corso Nazionale per giovani dirigenti, noto come il “Corso lungo”.
La formazione è sempre stata un pilastro centrale della “scommessa UILA”: fondata su due assi. Anzitutto l’aver capito che non esisteva più la vecchia agricoltura, né la vecchia industria alimentare, ma un nuovo sistema integrato agro-alimentare-ambientale, collocato al centro del Made in Italy, organizzato per filiere e diversissimo per territori; era nata cioè una nuova grande area di relazioni industriali ed il sindacato doveva esservi presente. Dall’altra aver colto subito che in essa la battaglia decisiva per il sindacato la si sarebbe giocata sulla presenza e la competenza, fra la gente, nelle imprese come nei territori, accettando la sfida dell’innovazione. Di qui la centralità della formazione sindacale, da subito iscritta nel DNA della UILA: diffusa, intensa, rigorosa.
Già pochi mesi dopo la nascita della UILA, infatti, partiva una serie a dir poco impressionante di eventi formativi, una vera e propria mobilitazione organizzativa che coinvolgeva tutti i settori rappresentati e tutti i livelli, nel comune obiettivo di dare basi solide e ben caratterizzate alla nuova Uila: nei valori, negli obiettivi e nelle competenze. Partivano così i corsi a Rimini per decine e poi per centinaia di “Rsu e attivisti” delle aziende alimentari, seguiti da altri, numerosi, per “operatori agricoli, attivisti e capilega” sul territorio; e poi ancora tanti altri corsi, più specifici e mirati, per la dirigenza, territoriale e locale, con una particolare attenzione alle tante diversità e specificità professionali e di settore; attenzione del resto necessaria per un’organizzazione, unica in Italia, che si definisce “sindacato dei lavori”: su contrattazione, mercato del lavoro, previdenza, politiche di settore, legislazione, ecc.
Una formazione dunque “vasta”, “intensa” e “costosa” ma “indispensabile” come la definì uno dei primi documenti nazionali della UILA, preceduta da un corso che si può dire propedeutico per formatori-sindacalisti e cioè per i cosiddetti “tutor”, fiore all’occhiello della UILA: in pratica dirigenti e operatori a tempo pieno, di esperienza e buona volontà, che periodicamente aiutano la formazione nazionale affiancando i docenti e lo staff. Un’esperienza che molti di loro non esitano a definire di buona formazione per loro stessi, chiamati a svolgere l’inedito ma coinvolgente ruolo di “educatori” dei giovani sindacalisti.
Da allora, e per anni, si è proseguito su questa strada: una formazione UILA sul campo, gelosa custode della storia e dei valori riformisti, ma aperta a tutte le innovazioni, ricca di contenuti plurali, attenta al continuo evolvere dell’esperienza pratica ma sempre aiutata dalla buona teoria e dalla più avanzata ricerca scientifica. Un sistema formativo insomma complesso, con al centro l’obiettivo di costruire e consolidare una organizzazione sindacale libera e moderna nel “sistema agro-alimentare-ambientale” e nel Paese.
Il “corso lungo” UILA per operatori e dirigenti rappresenta un po’ il punto d’arrivo finale di un tale sistema formativo, per chi ha già partecipato, negli anni, ai corsi di base e a quelli intermedi e specialistici.
Come tradizione, il contenuto del “Corso lungo” è tutt’altro che semplice e facile, e i suoi ritmi non fra i più leggeri, come ben sanno i 22 partecipanti provenienti da tutta Italia e da tutti i settori in cui la UILA è presente: industria, agricoltura, servizi, Nord, Centro e Sud… Con una aggiunta, anch’essa nella tradizione: tra essi ci sono alcuni neo-laureati scelti con bando pubblico diffuso nelle università i quali, superata una prima selezione, hanno potuto partecipare spesati ai 6 mesi del corso, in vista di una possibile assunzione come operatori a seconda delle necessità della Segreteria nazionale.
I contenuti, ovviamente interdisciplinari (storia, economia, diritto, sociologia, relazioni industriali e comunicazione), sono stati raggruppati in 6 settimane (dal lunedì al venerdì) per grandi aree tematiche. Le prime 3 più sugli scenari, si potrebbe dire, le seconde più sul merito della vita sindacale e cioè: 1) sul sindacalismo libero e democratico; 2) sull’Italia e l’Europa ieri e oggi; 3) sul sistema agro-alimentare-ambientale; 4) sulla contrattazione; 5) sul mercato del lavoro; 6) sulla previdenza. Al tema trasversale della comunicazione si è dedicata invece, in ciascuna settimana, la mattinata finale del venerdì.
Ogni settimana ha visto così interagire e confrontarsi tra loro temi e problemi teorici e pratici, con lezioni frontali di docenti universitari e di altri esperti, alternate a lavori di gruppo (sostenuti questi dai tutor) con esercitazioni e simulazioni, video e testimonianze, momenti di lettura e questionari di verifica; non ultimi i compiti a casa, facoltativi per chi avesse tempo ma comunque compilati dalla gran parte dei corsisti. Il tutto, va sottolineato, sotto la guida di uno staff che ha cercato sempre, in sintonia con la Segreteria Nazionale, la conduzione collegiale, in uno spirito di sincero dialogo e solidarietà fra tutti, atteggiamento del resto conseguente e coerente con i valori della UILA.
Fortemente programmate fin nei particolari, lo svolgimento concreto delle varie settimane è stato però improntato ad un sano pragmatismo adeguando via via -senza alterarla nella sostanza- la traccia originaria progettata alle esigenze mutevoli dei relatori e del sindacato: come è successo, ad esempio, quando proprio a conclusione di una settimana si sono invitati i corsisti a partecipare agli attivi unitari per l’elaborazione della piattaforma del CCNL industria alimentare.
Altra preoccupazione costante dello staff è stata quella di affiancare alle lezioni teoriche le concrete esperienze sindacali e di vita. Nella prima settimana, ad esempio, dedicata al Sindacato come libera associazione, alle lezioni di storia economica e sindacale sono seguiti video e testimonianze sul tema, sia registrate che dal vivo, di operatori del presente (segretari territoriali UILA) e di protagonisti della storia sindacale italiana come Giorgio Benvenuto che ha passato un pomeriggio in un dialogo serrato e coinvolgente con i corsisti su passato, presente e futuro del movimento sindacale italiano.
Va infine ricordato il costante ed impegnativo coinvolgimento della segreteria nazionale Uila nelle varie fasi del Corso, spesso alternati come relatori agli esperti confederali e ai tanti docenti universitari venuti, autorevoli specialisti delle varie discipline; né sono mancati apporti di più ampio respiro come quello del presidente del CENSIS Giuseppe De Rita ad introduzione, il lunedì pomeriggio, di una settimana dedicata al mercato del Lavoro.
Quest’ultima settima è stata dedicata infine alla previdenza e assistenza, funzione importante e storica del sindacalismo agricolo (oggi agro-alimentare) italiano: il dialogo, franco e a tutto tondo che ci sarà tra gli allievi e il Segretario generale Stefano Mantegazza concluderà un corso che, comunque vada, rappresenterà per ciascuno un’importante esperienza di apertura alla realtà e di crescita, professionale e personale.