GIORNO PER GIORNO
Lotta al lavoro irregolare: la legge contro il caporalato non funziona
La legge di contrasto al caporalato, accolta con grande favore dal sindacato, è stata una conquista importante. Tuttavia al momento non funziona. O meglio va bene per un’azione repressiva, ma non preventiva, come confermano anche gli ultimi fatti di cronaca.
Sotto accusa da un lato la resistenza passiva di una parte dei datori di lavoro, dall’altro la mancata attivazione della Cabina di regia, affidata all’Inps e che rappresenta il peggiore tra gli inghippi burocratici. L’operatività della Cabina è bloccata non solo da una minore partecipazione alle riunioni, ma anche dai decreti che avrebbero dovuto allargarla ai nuovi soggetti e che ancora non sono stati messi a punto dai diversi ministeri competenti. Come si fa a concepire una struttura che ha bisogno di un decreto anche per cambiare un componente? Insomma anche una realtà nata per favorire la trasparenza nel lavoro agricolo è finita nel vortice delle scartoffie.
La legge, che funziona sul fronte della repressione, come hanno dimostrato le severe condanne a chi ha procurato la morte della bracciante Paola Clemente, al contrario non è efficace su quello della prevenzione. Ma se non si trovano alternative al sistema dei caporali non si uscirà mai dall’emergenza. Prendiamo l’ultimo caso del ghetto di Rignano. Anche con la nostra collaborazione è stato sgombrato, ma dove andranno questi lavoratori, come potranno essere collocati? Il rischio di rifinire nelle mani dei caporali resta. Serve assolutamente un’alternativa altrimenti a breve, dalla raccolta del pomodoro a quella del kiwi il copione si ripeterà.