CAPORALATO
I sindacati chiedono incontro urgente con prefetto di Taranto
di Antonio Trenta
Uila-Uil, Flai-Cgil e Fai-Cislr rrhar denunciare i non pochi disagi che vivono quotidianamente in questo periodo dell’anno migliaia di lavoratori agricoli impiegati nel territorio ionico.
I segretari territoriali delle tre organizzazioni sindacali di categoria, rispettivamente Antonio Trenta, Assunta Urselli e Antonio Castellucci, intendono portare a conoscenza del prefetto la situazione di sfruttamento della manodopera e del caporalato che, in questo periodo, raggiunge picchi di drammaticità.
Per le grandi campagne di raccolta di frutti di stagione e prelibati come fragole, pesche, albicocche, ciliegie ed uva, serve più manodopera nel settore agricolo. E se da una parte questo significa più lavoro per tanti braccianti, sia italiani che stranieri, i quali non hanno altro di che vivere, dall’altra comporta anche un aumento del ben noto fenomeno del caporalato con conseguente sfruttamento di manodopera agricola.
Purtroppo grazie anche alla complicità di alcune aziende agricole, che a volte subiscono anche intimidazioni dai caporali stessi, si vengono a determinare gravi violazioni sulle norme previste per l’avviamento al lavoro in agricoltura oltre che sulle norme di sicurezza relative al trasporto dei lavoratori in automezzi non in regola, condizioni di lavoro igienico-sanitarie precarie e impiego di manovali senza assunzioni obbligatorie. In poche parole mancanza del rispetto del contratto collettivo nazionale del lavoro e di quello provinciale, causa anche di evasione fiscale e contributiva.
Secondo una proposta da noi già avanzata, le istituzioni locali dovrebbero adoperarsi per il finanziamento di progetti mirati all’attivazione di un servizio di trasporto pubblico. Solo così si ridurrebbe, se non azzererebbe il ricorso ai caporali, che sempre più spesso diventano anche intermediari tra il bracciante agricolo ed il datore di lavoro dettando le loro condizioni. In questo caso il fenomeno si ridurrebbe con un intervento repressivo su questa anomala e illegittima gestione della domanda-offerta di lavoro.