XYLELLA FASTIDIOSA
Le istituzioni accolgano le istanze di Fai, Flai e Uila
di Teresa Annunziata
Governo e Parlamento accolgano le istanze di Fai, Flai e Uila per la salvaguardia dell’occupazione e la tutela del reddito dei lavoratori dipendenti colpiti da Xylella fastidiosa, recuperando in Senato gli emendamenti presentati al testo del decreto agricoltura e in seguito respinti in fase di discussione alla Camera.
È questo l’appello che i sindacati agroalimentari Fai, Flai e Uila hanno lanciato durante una conferenza stampa, organizzata ieri, a Lecce, dalle segreterie territoriali con la partecipazione delle segreterie regionali e nazionali, per fare il punto sull’emergenza che sta colpendo l’olivicoltura pugliese, le imprese e i lavoratori di quel territorio. Un territorio in cui gli ulivi non rappresentano soltanto una fonte di reddito e occupazione ma un patrimonio culturale, di storia e bellezza.
Il decreto agricoltura (Dl. n. 51/2015), attualmente in fase di conversione in legge e ora all’esame del Senato, non contiene le richieste avanzate dai sindacati agroalimentari a tutela dei lavoratori dipendenti del comparto olivicolo.
In particolare, la proposta di Fai, Flai e Uila è di intervenire attraverso un regime derogatorio, straordinario e integrativo rispetto a quanto stabilito dalla legge 223/1991 in materia di cassa integrazione, mobilità e trattamenti di disoccupazione, per tutelare realmente il reddito dei lavoratori dipendenti, nella consapevolezza che gli effetti negativi del batterio si manifesteranno in un arco temporale pluriennale. È stato, inoltre, chiesto di introdurre un criterio di premialità, rivolto sostanzialmente alle imprese agricole che riconvertono le piante danneggiate in nuovi uliveti e utilizzino manodopera colpita dalla perdita di lavoro, attraverso i finanziamenti del piano olivicolo nazionale e del PSR. I sindacati propongono infine l’istituzione di un osservatorio regionale di monitoraggio e di raccordo di tutti i soggetti a livello locale e l’apertura di un tavolo interministeriale di coordinamento tra Mipaaf e Ministero del lavoro.