GIORNO PER GIORNO
TFR in busta paga: il governo sbaglia ancora
Solo lo 0,056% dei lavoratori italiani ha chiesto l’anticipo delle quote del TFR in busta paga. Il governo prevedeva che questa opzione sarebbe stata esercitata addirittura dal 40% degli aventi diritto.
Come UILA, insieme a tutto il sindacato, avevamo espresso tutta la nostra contrarietà al provvedimento. Tanti i motivi del nostro dissenso. Anticipare il TFR in busta paga vuol dire non avere nessun salvagente se si viene licenziati; vuol dire ridurre drasticamente la propria pensione integrativa se si è deciso di versare il TFR a un fondo negoziale; vuol dire inoltre pagare più tasse perché se lo si percepisce alla fine del rapporto di lavoro, il TFR gode di una tassazione separata con aliquota tra 23 e 27%, mentre se anticipato mensilmente viene tassato sulla base della aliquota marginale e in più paga tutte le addizionali locali. I lavoratori dunque hanno detto al Governo un bel “no grazie” e hanno fatto bene.
Ancora una volta l’Esecutivo che non ascolta nessun suggerimento, ha marcato quanto grande sia la distanza tra i suoi intendimenti e quelli dei cittadini che intende rappresentare. È l’ennesimo segnale che arriva dal mondo del lavoro, forse sarebbe opportuno cominciare a tenerne conto.