E’ legittimo il licenziamento tramite Whatsapp.
A stabilirlo è la sentenza n. 3012/2018 con cui il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso di un lavoratore che aveva chiesto la dichiarazione di inefficacia del provvedimento di licenziamento intimato tramite Whatsapp. A detta dei giudici di merito, infatti, la legge prevede che il licenziamento debba essere intimato mediante forma scritta a prescindere dal supporto utilizzato. Ciò che conta per il Tribunale, dunque, è la “comunicazione” del provvedimento.
Nonostante la forma scritta del licenziamento sia richiesta a pena di inefficacia, la legge non impone precise e tassative modalità di comunicazione: il datore di lavoro può quindi ritenersi libero di utilizzare un sms o la chat di Whatsapp. Più precisamente, la comunicazione di recesso effettuato tramite Whatsapp o messaggio di testo, soddisfa il requisito della forma in quanto si ritiene assimilabile al vecchio telegramma telefonico.
Infine, ad avviso dei Giudici del Tribunale, la legittimità del licenziamento tramite Whatsapp trova altresì fondamento nel fatto che il provvedimento espulsivo sia stato impugnato. In tal modo infatti, il lavoratore ha imputato con certezza al datore di lavoro la provenienza del documento informatico.