PERNIGOTTI
Firmata la cassa integrazione, ma vigileremo sul futuro del sito e dei lavoratori
di Pietro Pellegrini
L’epilogo della battaglia che durante questi tre mesi è stata portata avanti dai lavoratori della Pernigotti di Novi Ligure non è dei più felici. Certo, ci si aspettava di più. Soprattutto, ci si aspettava che le promesse fatte dalla politica di salvare marchio e stabilimento si avverassero. Tuttavia, la firma dell’accordo di cassa integrazione che, dal 6 Febbraio spetterà a 92 lavoratori per dodici mesi, non è un fallimento. Intanto perché garantisce un ammortizzatore sociale ai lavoratori che, già da tre mesi, non percepiscono alcuno stipendio. E poi perché, rispetto alla richiesta iniziale avanzata dalla proprietà turca, siamo riusciti a modificare la finalità della cassa integrazione che da Cig per cessazione è stata trasformata in Cig per ristrutturazione. Questo consentirà la reindustrializzazione del sito e l’attivazione delle politiche attive per permettere la ricollocazione dei lavoratori.
L’accordo, sottoscritto al ministero del lavoro, prevede infatti che l’advisor prosegua il suo lavoro per individuare tra le sette manifestazioni di interesse confermate, la proposta che possa effettivamente garantire un piano di reindustrializzazione allo stabilimento di Novi Ligure. Per verificare l’avanzamento del lavoro e delle proposte saranno effettuati degli incontri con cadenza trimestrale che, su richiesta delle parti, potranno svolgersi anche in tempi più ravvicinati. Il primo incontro, in ogni caso, sarà fissato entro fine Marzo. Contestualmente, alla firma dell’accordo, la Regione Piemonte attiverà un piano di politiche attive.
Il nostro impegno nei prossimi mesi sarà quello di monitorare lo stato di avanzamento del piano dell’advisor, affinché si realizzino tutte le condizioni previste e si possa garantire un futuro allo stabilimento, alle lavoratrici e ai lavoratori di Novi Ligure.