Nestlé
Il gruppo è stabile dopo la ristrutturazione
di Raffaella Sette
La situazione generale del gruppo Nestlé è stabile, a partire dal fatturato 2016 che ha raggiunto il 100% dell’obiettivo fissato. È quanto è emerso dall’informativa annuale di gruppo, svoltasi lo scorso 13 marzo.
Anche i dati relativi ai volumi, confermano e spesso superano le previsioni di chiusura, con produzioni pari a 124.879 t. a Portogruaro, 9.414 t. a Moretta, 24.116 a San Sisto e 21.768 a Benevento, mentre si prevedono produzioni più ridotte nel 2017 a seguito dei lavori di ristrutturazione e delle produzioni cessate. Confermati gli investimenti, che per il 2017 saranno pari a 8,536 milioni di € a Portogruaro, 5,5 milioni € a San Sito e 28,85 milioni di € (di cui 7,15 nel 2018) a Benevento per l’avvio di una nuova linea di pizza.
Il 2016 si è poi concluso con la firma del piano di ristrutturazione e del relativo piano sociale che ricolloca l’azienda in un mercato italiano ed estero che punta sul valore delle produzioni italiane.
Complessivamente, si registra soddisfazione per come sta procedendo il piano: a fatica dopo anni è stata disegnata una strategia che si sta realizzando. Delusione, tuttavia, è stata manifestata per il sito di Moretta dove l’azienda, diversamente da quanto ci si aspettava, non ha annunciato alcuna strategia. Per quanto riguarda la sede di Milano, si attende la fine del passaggio di alcuni dipendenti che si trasferiranno da Parma.
Rispetto agli organici, l’uscita di Parma e Ferentino dal gruppo, ha comportato una riduzione degli occupati a tempo indeterminato di 476 unità, passando dai 3.034 del 2015 ai 2.558 lavoratori nel 2016, di cui il 48,7% è occupazione femminile, incrementata del 2,3% rispetto al 2015.
Positivi inoltre i risultati relativi al PAV, che metteva in palio per il 2016 2.290 €, nonostante il difficile contesto della riorganizzazione. Il parametro di competitività (15% e pari a 343,50 €) è stato raggiunto ovunque al 100%, mentre quello gestionale non è stato raggiunto ovunque al 100%. Perugia, Benevento e Castiglione hanno portato a casa il 100%, ossia € 1.946,50, mentre Parma, con il 74,5%, ha realizzato il valore minore di 1.362,55 €.
Uno sguardo infine alle politiche di conciliazione previste dall’accordo integrativo: il congedo di paternità è stato utilizzato da 20 papà dipendenti; il telelavoro ha avuto richieste da parte di 61 lavoratori (45 donne e 16 uomini), mentre 935 persone di Assago hanno colto l’opportunità dell’utilizzo del lavoro agile.