MONDELEZ
Ridurre al minimo effetti negativi per lavoratori
di Giuliano Mino Grossi
Dopo l’annuncio da parte dell’azienda, avvenuto il 14 febbraio durante l’informativa annuale, dell’avvio di una nuova fase di riorganizzazione a livello europeo, continuano gli incontri tra le organizzazioni sindacali e Mondelez al fine di ridurre al minimo gli effetti negativi per i lavoratori.
Le scelte riorganizzative del Gruppo seguono quanto già accaduto lo scorso anno, in cui, per l’attuazione di strategie e interessi internazionali, sono state effettuate importanti riduzioni del personale.
La decisione arriva nonostante nel 2016 le condizioni generali sul mercato italiano abbiano prodotto la crescita del fatturato e dei volumi, invertendo i momenti difficili dei due anni precedenti per meals e snack.
Fai, Flai e UILA insistono nel chiedere a Mondelez scelte orientate allo sviluppo con investimenti industriali di espansione e acquisizione di attività in Italia. Non possiamo continuare a seguire i desideri degli investitori istituzionali del Gruppo Mondelez International che si preoccupano di dare valore al titolo, e quindi della redditività finanziaria, e non degli effetti di secchi progetti riorganizzativi senza politiche di crescita sia industriale che occupazionale. Due anni fa il valore del titolo era attorno ai 35$, ora viaggia oltre i 43$. Non ci sembra negativo. Pur essendo Mondelez una Public company, che nasce da una operazione finanziaria e azionaria (spin off) nel 2012 dalla Kraft Foods, rappresenta nell’azionariato grandi investitori istituzionali, forti azionisti diretti, grandi fondi comuni che sommando le loro azioni raggiungono il 77,40% delle azioni. E’ questa una pericolosa concentrazione del capitale che, a volte, suggerisce scelte più orientate verso l’efficienza e i risultati di breve periodo che non verso lo sviluppo industriale. Sollecitazioni che suggeriremo nelle riunioni del CAE sindacale del gruppo.