ELEZIONI
Flat Tax, una proposta indecente
di Loris Fabrizi
Tra le “offerte elettorali” di Lega Nord e Forza Italia c’è quella di una tassazione unica (flat tax) in sostituzione dell’attuale sistema di calcolo dell’Irpef, pubblicizzata come strumento di semplificazione fiscale e lotta all’evasione, e garante di una moderna giustizia sociale.
Analizzando queste proposte, però, l’unica garanzia evidente è che a trarne i maggiori benefici saranno i cittadini più ricchi; basti pensare che un contribuente con 150.000 € di reddito avrebbe, rispetto a ora, un sgravio fiscale dai 25.000 ai 35.000 €. Le famiglie meno abbienti (sotto i 30.000 €) o più numerose, ne ricaverebbero, invece, dei vantaggi piuttosto marginali, quando non addirittura degli svantaggi.
La domanda allora viene da sé: in un Paese come l’Italia, dove oltre l’84% dei cittadini percepisce un reddito inferiore a 35.000 € e solo il 3,4% dichiara più di 70.000 €, c’è proprio bisogno di ridurre le tasse a chi non ha grossi problemi economici e, soprattutto, di una proposta che non contribuisce a risollevare il tenore di vita delle famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese? Noi come UILA pensiamo di no.
E vediamo chi ci perde, poiché, se le proposte sono simili nel principio, divergono nei numeri.
Con la flat tax di Salvini (aliquota del 15% sul reddito complessivo e una deduzione di 3.000 € per ogni membro del nucleo familiare, fino a un reddito di 35.000 €), single e coppie pagherebbero più di ora fino a 14-16.000 € di reddito. Le famiglie con figli beneficerebbero di una no-tax-area crescente, ma avrebbero dei vantaggi solo con redditi più alti (circa 23.000 € in presenza 3 figli), al di sotto dei quali pagherebbero più tasse di oggi.
La proposta di Forza Italia, con l’azzeramento dell’imposta fino a 12.000 € di reddito (più 2.000 € per ogni figlio sotto i 3 anni e la metà per figli più grandi) e l’aliquota al 23%, sarebbe più vantaggiosa per nuclei di 1 o 2 persone, ma il limite di reddito con cui una famiglia si troverebbe con più tasse da pagare aumenta al crescere del nucleo familiare (da circa 16.000 € per 1 figlio, a 27.000 € per 3 figli).
Ricordiamo infine, che attuare queste proposte avrebbe un costo (pari alle imposte ridotte) non inferiore ai 40 miliardi, che, secondo i proponenti, verrebbero recuperati dall’emersione del nero e dalla rivisitazione delle agevolazioni fiscali. Poiché sulla prima il primo caso è puramente ipotetico, rimane da pensare che il peso di una flat tax non potrà che cadere sulla massa dei piccoli contribuenti: lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie.