LAVORO NERO
“Estate sicura”: 25.000 lavoratori controllati, quasi 9.000 al nero o irregolari
Il lavoro nero è “una piaga indegna di una società civile”, da affrontare e debellare con la maggiore efficacia possibile. La recente modifica dell’art. 603 bis del Codice Penale ha consentito di agire con maggiore successo contro lo sfruttamento dei lavoratori. A dirlo è stato il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di Corpo d’Armata Tullio Del Sette, nel corso della presentazione dei risultati della campagna “Estate sicura per il contrasto al caporalato”, lo scorso 7 novembre, alla quale è intervenuto anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti.
Nei cinque mesi di “Estate sicura”, svoltasi dal 1 maggio al 30 settembre 2017, sono state verificate oltre 25.000 posizioni lavorative, delle quali 5.593 (circa il 22%) in nero, totalmente sconosciute alla Pubblica Amministrazione; altre 3.398 posizioni hanno presentato irregolarità. Nel dettaglio, 10.709 controlli hanno riguardato cittadini stranieri extracomunitari. Il ricorso al lavoro nero (2.145 unità) o a quello irregolare (1.508 unità) di immigrati rimane molto alto, attestandosi su circa il 34% del totale dei lavoratori controllati.
Sul fenomeno del caporalato, i numeri parlano chiaro: 25 indagini avviate durante la campagna, con la denuncia di 48 persone, 13 delle quali in stato di arresto, responsabili di aver sfruttato complessivamente 203 lavoratori. Di rilievo anche l’accertamento delle truffe ai danni di enti previdenziali e assistenziali, INPS e INAIL in primo luogo: i Carabinieri hanno accertato 37 casi, per un importo di 7.575.367 euro, e denunciato all’Autorità Giudiziaria 260 persone.