ZUCCHERIFIO MOLISE
Parte la campagna. Ma attenzione anche al post quote
di Gabriele De Gasperis
Alla fine la campagna saccarifera 2015 del “Nuovo Zuccherificio del Molise srl”, con sede a Termoli, si farà.
A confermarlo è stata proprio la Regione Molise, proprietaria al 100% dello Zuccherificio, nell’ambito del tavolo di confronto richiesto dai sindacati di categoria presso il Ministero delle politiche agricole. Presenti al confronto, oltre ai rappresentanti delle segreterie nazionali e territoriali di Flai, Flai e Uila e le rsu dello stabilimento molisano, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Molise l’Avv. Vittorino Facciolla, il senatore Roberto Ruta, membro della Commissione Agricoltura e rappresentanti del Mipaaf.
Nei prossimi giorni saranno definite, attraverso un nuovo incontro tra le parti, le modalità di svolgimento, i volumi e la durata di una campagna che oltre alla sopravvivenza dello stabilimento dovrà garantire continuità di reddito ai lavoratori coinvolti e, in questo senso, i sindacati hanno chiarito che vigileranno affinché gli impegni presi in sede ministeriale vengano mantenuti. Seppur con volumi ridotti rispetto al passato, la campagna si svolgerà regolarmente, saranno conservate e tutelate le quote di produzione assegnate allo stabilimento molisano garantendo, in tal modo, la permanenza, della filiera bieticolo saccarifera nel centro sud. Tuttavia, ci sarà un ridimensionamento dei volumi che inciderà sul personale stagionale fin qui impiegato.
L’incontro è stato molto importante non solo perché ha garantito la sopravvivenza dell’unico stabilimento del sud ancora attivo dopo la riforma 2006 dell’Ocm zucchero, ma perché ha gettato le basi per l’avvio di un confronto costante sulle problematiche del settore in generale. Il ministero si è infatti impegnato a convocare un tavolo permanente per discutere del futuro del settore bieticolo-saccarifero, sviluppare proposte e monitorare la crisi in corso sia in Italia che in Europa.
Si tratta di un grande risultato, più volte chiesto dai sindacati. Oltre a portare avanti le campagne, infatti, è necessario che la politica inizi a riflettere sul post quote e, soprattutto, sulla specificità delle vocazioni produttive. Difendere la strategicità della filiera bieticolo-saccarifera in Italia, paese tra i primi consumatori di zucchero ma agli ultimi posti per tonnellate prodotte, è fondamentale, soprattutto in un momento in cui il prezzo dello zucchero sul mercato globale sta seriamente mettendo in discussione presidi produttivi fondamentali per l’approvvigionamento alimentare dell’intero spazio comunitario. Inoltre non bisogna sottovalutare il peso dell’industria dolciaria sul territorio nazionale che potrebbe assorbire grandi quantitativi di prodotto. Accanto alla continuità produttiva e alla tutela dell’occupazione, risulta altrettanto importante valutare gli impatti delle trasformazioni in un’ottica di sostenibilità dei territori.