Ci sono voluti molti mesi di trattative, una rottura del tavolo e uno sciopero sospeso all’ultimo momento, ma alla fine il contratto degli operai agricoli e florovivaisti è stato rinnovato. Fai, Flai e Uila hanno sottoscritto, nella notte tra il 19 e il 20 Giugno, il Ccnl scaduto a dicembre 2017 che interessa circa 1,2 milioni di lavoratori e oltre 200 mila imprese del settore agricolo. Più salario, rafforzamento della bilateralità per ampliare welfare e formazione, procedure di appalto più stringenti, maggiore attenzione a maternità, congedi parentali, malattie gravi e violenza di genere sono alcuni dei punti qualificanti di questo accordo.
“Un ottimo accordo che aumenta, in maniera considerevole, i salari e le prestazioni di welfare per i lavoratori ed estende la possibilità per le aziende più grandi di negoziare accordi, oltre il tradizionale livello della contrattazione territoriale. Un’intesa sottoscritta con grande senso di responsabilità che conferma il sistema di buone relazioni sindacali esistente nel settore” ha commentato il segretario generale Uila Stefano Mantegazza. Per quanto riguarda il salario, l’incremento sarà del 2,9%, a fronte di un indice Ipca pari al 2,3%, e sarà corrisposto in due tranche: l’1,7% subito e il restante 1,2% ad aprile 2019. “Un aumento” afferma soddisfatto Mantegazza “che mette soldi freschi nelle tasche dei lavoratori e che, come è ormai consuetudine del settore agroalimentare, è superiore al tasso di inflazione attesa”.
Numerose poi le misure di welfare contrattuale introdotte dal rinnovo, di cui si farà carico il sistema di bilateralità nazionale. In particolare le lavoratrici che utilizzeranno il congedo parentale facoltativo di 6 mesi riceveranno un’integrazione dell’indennità fino al 70% della retribuzione; i malati oncologici che abbiano superato il periodo di comporto avranno garantiti per ulteriori 6 mesi una indennità pari all’80% della retribuzione; le vittime di violenza di genere potranno godere di un’indennità pari a due mensilità oltre ai 3 mesi a carico dell’Inps previsti dalla legge e, infine, agli operai a tempo indeterminato licenziati nel corso dell’ultimo quadrimestre dell’anno sarà erogata una indennità pari a circa una mensilità.
“Anche sul fronte degli appalti l’accordo introduce forme crescenti di trasparenza” prosegue Mantegazza “prevedendo norme che riducono l’attività delle imprese senza terra e delle aziende prive di un’organizzazione stabile. In particolare viene vietata l’applicazione di contratti non sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative per i lavoratori delle aziende appaltatrici ed è prevista la trasmissione all’ente bilaterale territoriale dei contratti di appalto sottoscritti”. Le parti hanno inoltre definito una nuova intesa sulla rappresentanza, nel solco di quella sottoscritta da Cgil, Cisl e Uil con Confindustria lo scorso mese di marzo, anche al fine di contrastare il proliferare di contratti di lavoro pirata che creano danni alle aziende oneste e falcidiano le retribuzioni dei lavoratori. Il capitolo del mercato del lavoro, in particolare, impegna le parti a valorizzare i contenuti della legge 199, avviando la costituzione delle sezioni territoriali della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità.
“Con questa intesa abbiamo dimostrato anche nel settore agricolo che le buone soluzioni contrattuali non dipendono dalle promesse elettorali o da iniziative unilaterali di questo o quel governo ma da quanto imprese e sindacato, attraverso il sistema di relazioni sindacali, sanno creare in termini di incrementi salariali, di miglioramento del welfare e di organizzazione del lavoro” ha concluso Mantegazza.