L’INTERVISTA
Raccolta firme, Agrapress intervista Stefano Mantegazza
Pubblichiamo, di seguito, l’intervista rilasciata dal segretario generale della Uila all’agenzia di stampa Agrapress (in allegato il testo corredato da immagini)
MANTEGAZZA (UILA), IMPEGNATI IN UNA RACCOLTA FIRME PER
SOSTENERE GENITORIALITA’ E MIGLIORARE APE E NASPI
di Letizia Martirano
6431 – Roma, (agra press) – La UILA ha avviato il 18 settembre una raccolta firme su due proposte di legge di iniziativa popolare da presentare in Parlamento: la prima riguarda il sostegno alla genitorialita’, all’occupazione femminile e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per madri e padri. La seconda mira a migliorare alcune norme in materia di Naspi, che attualmente prevede la riduzione dell’assegno di disoccupazione nel tempo e penalizzazioni ai fini pensionistici e di Ape sociale, stabilendo di ridurre il minimo contributivo per accedervi e estendendone la fruibilita’ a categorie di lavoratori, quali gli operari agricoli e i pescatori, che svolgono attivita’ che non sono considerate come usuranti. In questa intervista il segretario generale del sindacato della Uil che raggruppa i lavoratori del settore agricolo, alimentare e della pesca Stefano Mantegazza spiega le ragioni dell’iniziativa che, rispetto al passato, si caratterizza per una maggiore incisivita’ collegata alla decisione non solo di raccogliere firme ma di presentare due testi legislativi che andranno all’attenzione del Prossimo parlamento.
Perche’ questa scelta?
E’ una sfida entusiasmante non solo per gli obiettivi che ci proponiamo di raggiungere, ma anche per testare la macchina organizzativa della Uila. Per presentare due proposte di legge di iniziativa popolare e’ necessario un percorso fatto di intesa con le istituzioni preposte. La Corte di Cassazione ha autorizzato la raccolta firme pubblicando le due iniziative sulla Gazzetta Ufficiale e le Corti di Appello di tutto il paese stanno vidimando i moduli su cui raccoglieremo le firme. Puntiamo a raccogliere centomila firme sui due testi per presentarli a una delle due Camere.
Quando inizierete?
Tra una settimana finalmente si parte in tutti i territori, saremo nelle piazze con i nostri gazebo per coinvolgere non solo i nostri iscritti e militanti, ma anche migliaia di cittadini. La sfida non e’ tanto raccogliere le firme, cosa che siamo in grado di fare, ma convincere gli italiani che e’ necessario tutelare la genitorialità e i lavoratori piu’ deboli che hanno svolto mansioni usuranti ma per le quali non e’ riconosciuta una protezione adeguata.
Da dove nasce l’idea di queste due proposte?
Siamo di fronte a grandi cambiamenti che modificano la sfera dei bisogni. Si pensi alla minore natalità, all’aumento della aspettativa di vita, alle nuove famiglie che arrivano con i flussi migratori. Tutte novità a cui il paese non ha finora dato risposte adeguate, al massimo qualche spot elettorale.
In particolare cosa vi ha spinto a presentare la proposta sulla maternità?
Abbiamo preso atto delle difficolta’ denunciate dalle nostre iscritte e confermate da una serie di dati impressionanti: nel 2016 il 78% delle richieste di dimissioni registrate dall’Ispettorato del lavoro ha riguardato le lavoratrici madri e, di queste, il 40% ha dato come motivazione proprio la difficoltà di conciliare il lavoro con le esigenze di cura dei figli: assenza di parenti di supporto, mancato accoglimento al nido, elevata incidenza dei costi di assistenza per i servizi per la prima infanzia. La proposta di legge affronta questo problema. Non vogliamo più che in futuro ci siano madri che si dimettono dal lavoro in concomitanza o subito dopo la nascita di un figlio o peggio giovani coppie che, per questi motivi, decidono di non avere figli.
Con l’approvazione di questa legge cosa cambierà?
Se sarà approvata la nostra proposta di legge, le lavoratrici saranno retribuite al 100% per tutto il periodo di congedo di maternità obbligatorio; al rientro, potranno lavorare a tempo parziale fino al compimento del primo anno di età del bambino e la loro retribuzione sarà integrata al 100% dall’INPS. Il padre lavoratore avrà 30 giorni di permesso retribuito obbligatorio per i primi mesi di vita del bambino, mentre entrambi i genitori potranno utilizzare il congedo parentale retribuito al 50% anziche’ al 30%.
Richieste molto impegnative anche da un punto di vista economico. Sono realistiche?
Pensiamo che si possa attingere al fondo a sostegno delle politiche sociali e familiari per le lavoratrici, istituito nel 2010 e mai utilizzato. Un’altra promessa non mantenuta. E comunque posso dirlo in maniera più semplice? Per questi obiettivi i soldi vanno trovati.
Perché sono esigenze ineludibili per un paese come il nostro?
Il lavoro di cura ha bisogno di rinnovate politiche di conciliazione vita-lavoro. L’equilibrio tra vita professionale e privata, per donne e uomini, è un obiettivo strategico per lo sviluppo di ogni paese. Occorre permettere un piu’ facile inserimento lavorativo e un migliore sviluppo professionale, soprattutto per le donne, agevolando una maggiore condivisione delle responsabilità di cura dei figli.
L’altra proposta di legge?
Vogliamo sanare una serie di ingiustizie create sia in questa legislatura che nelle precedenti, che colpiscono in primo luogo le fasce più deboli del paese: i precari e i disoccupati che il nuovo welfare penalizza oltre misura.
In particolare?
Chi perde il lavoro, oltre a vivere questo dramma, si ritrova con un assegno di disoccupazione che diminuisce mese dopo mese, mentre la riforma delle politiche attive che doveva consentire una più facile ricollocazione è uno dei grandi fallimenti del Job Act. Una vergogna.
Qual è la vostra idea?
Con la nostra proposta di legge l’assegno di disoccupazione non si ridurrà nel tempo e non ci saranno penalizzazioni ai fini pensionistici. Mi sembra una tutela minima per chi, magari a cinquant’anni, si ritrova disoccupato in un paese dove il collocamento e le politiche per l’impiego funzionano solo in qualche convegno.
Altri aspetti importanti della vostra proposta?
Innanzitutto rendere strutturale l’APE sociale – a tutt’oggi prevista fino al 31 dicembre 2018 – e poi ampliare la platea di chi può usufruirne. Il ponte costruito dal Governo per andare in pensione anticipatamente e’ troppo stretto. Lo passano in pochi, e se fosse per l’Inps ancora in meno. Con la nostra proposta l’APE Sociale sara’ estesa anche ai lavoratori stagionali, agli operai agricoli e ai lavoratori della pesca. Inoltre, basteranno vent’anni di contributi per accedervi come e’ giusto che sia.
Anche Flai e Fai sono sulla stessa lunghezza d’onda?
Dopo la Uila anche Flai e Fai hanno lanciato delle raccolte firme su richieste simili a quelle contenute nel nostro secondo progetto di legge. È una scelta assolutamente positiva che ho apprezzato perché riconferma ancora una volta che il sindacato agro-alimentare italiano interpreta gli stessi bisogni e cerca soluzioni innovative anche quando non si muove unitariamente. Mi fa piacere, infine, pensare che ci ritroveremo insieme tra sei mesi a sostenere in Parlamento richieste in parte simili e tutte condivisibili. La Uila con le sue proposte di legge e Fai e Flai con le firme da loro raccolte che, anche se meno efficaci, avranno comunque un forte valore politico. L’augurio per tutti e’ quello di portare a casa un buon risultato cambiando in meglio questo paese dove, giorno dopo giorno, le disuguaglianze aumentano invece di diminuire e dove gli ultimi sono lasciati sempre più soli. Noi abbiamo deciso di provarci, fa piacere sapere che non siamo soli.