Pesca
Il settore torni centrale nell’agenda del paese
di Teresa Annunziata
Persone e valorizzazione del lavoro al centro del settore ittico, con un’attenzione particolare alla tutela dei redditi dei pescatori, alla salute e sicurezza e dando al comparto un sistema di ammortizzatori sociali stabili. Sono questi i passaggi fondamentali per rendere la pesca un comparto strategico secondo la segretaria generale della Uila Pesca Enrica Mammucari che, nella sua relazione introduttiva dell’iniziativa organizzata a Molfetta, lo scorso 11 luglio, ha ribadito le principali strategie per rimettere la pesca e la gestione degli spazi marini al centro dell’agenda politica del paese, rafforzando il ruolo leader dell’Italia in Europa e nel mediterraneo per definire scelte e regole in materia di pesca.
Un settore prezioso che impiega circa 30 mila persone e dà vita ad un sistema, come quello di trasformazione del pesce, che fattura 2,2 miliardi di euro l’anno. Senza dimenticare che in Italia, con 12 mila imbarcazioni, è presente circa il 14% della flotta europea. Il comparto è, però, afflitto da tanti mali: dall’esplosione del caro gasolio all’impoverimento degli stock ittici, dal mancato ammodernamento delle imbarcazioni alla pesca illegale, dall’importazione di prodotti di scarsa qualità, venduti a basso costo a una politica europea che non tiene conto delle specificità del mediterraneo e delle esigenze delle nostre marinerie, e non ultimo dall’incapacità dimostrata dalle Regioni nello spendere le risorse comunitarie a sostegno del settore.
E’ dunque sempre più opportuno individuare delle strategie che integrino le politiche nazionali con quelle europee e che venga promossa una nuova cultura della pesca al fine di garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
L’Italia deve avere la forza di ripensare in toto la propria politica per la pesca!
Deve essere restituita al comparto la dignità di settore produttivo strategico per il nostro paese e per le nostre economie locali, al pari degli altri settori produttivi della filiera agroalimentare e, proprio mentre con l’Expo di Milano il mondo s’interroga su come nutrire il Pianeta, anche la pesca, a pieno titolo, deve poter contribuire a ridare valore alla domanda di cibo.
All’iniziativa, presieduta dal segretario regionale Uila Puglia Pietro Buongiorno e aperta dai saluti del sindaco di Molfetta sono intervenuti: Giuseppe Castiglione, sottosegretario di Stato Mipaaf, Nicodemo Oliverio, capogruppo PD Comagri Camera dei Deputati, Corrado Peroni, direttore Federpesca, Gianpaolo Buonfiglio, presidente Alleanza delle Cooperative settore pesca, Gilberto De Santis, presidente Ital-Uil.
Il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza, ha concluso i lavori della giornata, sottolineando il ruolo fondamentale della Uila Pesca nella crescita della tutela del lavoro e nella promozione della cultura della sostenibilità nel comparto. Mantegazza ha ribadito, inoltre, l’importanza delle relazioni sindacali e della contrattazione nel settore, con Federpesca e Alleanza delle Cooperative, al fine di dare giuste tutele ai pescatori e ricercare soluzioni condivise, efficaci e innovative.
Nell’ambito dei lavori è stato presentato il progetto “La sicurezza nelle nostre reti”, che verrà realizzato in collaborazione con l’Ital-Uil ed attraverso il coinvolgimento del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del lavoro ed Ambientale dell’Inail, diretto dal dottor Sergio Iavicoli, sul tema della salute e sicurezza sul lavoro, come base per mettere in sicurezza la pesca e i nostri pescatori. Un progetto che si articolerà in diverse fasi: si procederà prima all’ascolto e alle visite mediche dei nostri pescatori in giro per le marinerie di Italia, per poi effettuare, entro settembre, uno studio pilota sugli effetti fisici del lavoro. L’analisi si svolgerà a Mazara del Vallo a bordo di più pescherecci dove, con la diretta partecipazione dei lavoratori, saranno approfonditi gli aspetti ergonomici connessi agli sforzi fisici e alle posture incongrue, nonché saranno ricercati possibili miglioramenti.
E’ giusto negoziare il diritto alla salute e sicurezza con il diritto al lavoro?
E’ giusto rischiare la vita per la sopravvivenza economica?
Bisogna credere che qualcosa in più ancora si possa fare, perché questo antico mestiere possa attrarre ancora i figli e le nuove generazioni, perché il principio di non discriminazione nel lavoro sia rispettato: un valore che forse oggi va poco di moda ma che, invece, continua ad essere il movente che anima le nostre giornate lavorative!!!