GIORNO PER GIORNO
Lavoro, il governo dà i numeri
Il governo Renzi riesce davvero a fare magie: occupazione dalle stelle alle stalle (o quasi) in soli tre giorni. Come? Basta taroccare i dati.
Martedì 25 agosto il ministro Poletti annunciava orgogliosamente che, grazie al generoso incentivo previsto dalla Legge di Stabilità, tra gennaio e luglio di quest’anno 1.084.461 persone avrebbero raggiunto il tanto a lungo agognato contratto a tempo indeterminato, mentre le cessazioni di rapporti sarebbero state solo 664.136. Un saldo positivo di ben 420.325 nuove assunzioni stabili.
Appena due giorni dopo, però, grazie alla denuncia di due importanti quotidiani, i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato sono scesi a 1.074.740 (circa 10.000 in meno, tutto sommato poca cosa) ma il dato delle cessazioni è lievitato da 664.136 a 957.242.
Conseguentemente il saldo dei “posti fissi”, pur rimanendo positivo, è sceso a 117.498, pari a un quarto di quanto annunciato inizialmente.
Con un Renzi apparentemente su tutte le furie, il ministro, cercando di salvare la faccia, ha parlato di “errore umano” ma non è la prima volta: nei mesi scorsi i dati diffusi da ministero del Lavoro, Istat e Inps, hanno raramente combaciato (benché l’Istat sia l’unico ad adottare un criterio statistico).
Dati nettamente positivi sull’occupazione segnerebbero certo un’uscita dalla crisi, per questo c’è grande attesa, ma l’ansia di raggiungere risultati non può superare la correttezza e il rispetto verso i cittadini. Alle cifre ballerine possiamo anche rassegnarci, ma non a questo modo a dir poco superficiale di trattare il dramma di milioni di disoccupati e di quasi la metà dei giovani italiani senza lavoro e con sempre meno speranza di trovarlo.
Se è vero, come diffuso ieri dall’Istat, che a luglio 2015, il tasso di disoccupazione è sceso dal 12,9 al 12%, rispetto a luglio 2014, è vero inoltre che è aumentata anche l’occupazione a termine, raggiungendo il 10,7%.
Nonostante i timidi segnali positivi, la situazione è quella che abbiamo sempre denunciato: l’occupazione non si crea per legge, ma abbassando le tasse e tagliando dove sono i veri sprechi del Paese e auspichiamo che la prossima Legge di Stabilità contenga risposte concrete a questo proposito. Renzi tiri pure le orecchie a Poletti e ai suoi funzionari, noi aspetteremo dicembre per tirarle al governo.