GIORNO PER GIORNO
La morte di Mohamed porti un cambiamento vero
La morte di Mohamed, bracciante senegalese stroncato mentre raccoglieva pomodori a Nardò in Puglia, ha destato scalpore occupando ampio spazio su molte testate nazionali ma domani sarà già archiviata, come tante altre volte è già successo in passato.
Vorrei augurarmi che possa essere l’ultima tragedia ma, purtroppo, so che tanti altri braccianti agricoli rischiano la stessa sorte di Mohamed, senza possibilità di aiuto perché vessati da caporali senza scrupoli e dalla necessità di guadagnare qualche euro.E allora vorrei che questa volta la storia di Mohamed “dia il là” per un cambiamento vero.
Per far sì che la tragedia del lavoro nero e dello sfruttamento disumano e ignobile delle persone che imperversa nel nostro paese finisca per sempre serve un cambiamento vero, da parte di tutti: istituzioni, forze politiche e sociali in primis.
La Uila, insieme a Fai, Flai, Confagricoltura, Coldiretti, Cia e al Ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, ha preso a Rosarno, qualche settimana fa, un impegno assolutamente vincolante in questo senso che, purtroppo, non si è ancora trasformato in atti concreti.
Ancora una volta, quindi, richiamiamo tutti a impegnarsi maggiormente affinché caporalato e lavoro nero vengano stroncati in maniera definitiva.
Noi crediamo che per raggiungere questo obiettivo servono delle leggi che rendano trasparente l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, delle norme che valorizzino il lavoro etico e premino le aziende virtuose che applicano i contratti e rispettano i diritti delle persone, degli interventi di repressione esemplari.
Solo così la morte di Mohamed potrà essere l’occasione per far sì che le scelte, che a parole tutti sostengono, possano diventare realtà.