GIORNO PER GIORNO
L’evasione fiscale e le fantasiose idee del governo sull’Iva
Come previsto giorni or sono in questa stessa rubrica, l’UE ha bocciato il “reverse charge”, la fantasiosa inversione dei modi e tempi di pagamento dell’IVA sulle vendite della grande distribuzione, ribattezzata per pudore in inglese.
Ed all’appello dei conti pubblici son venuti a mancare 728 milioni di euro e pochissimo meno di un miliardo potrebbe non rispondere all’appello, se non superasse l’esame europeo anche lo “split payment”, altro anglicismo che dissimula una seconda ed altrettanto fantasiosa inversione dei versamenti IVA.
Ma la fantasia governativa non finisce qui.
Il Ministro dell’Economia, a suo tempo, ha comunicato all’UE che “reverse charge e split payment non servivano a far cassa, bensì a contrastare frodi ed abusi nel pagamento dell’IVA.”
L’Europa non gli ha creduto all’un titolo e potrebbe non credergli neanche all’altro.
Padoan, però, insiste. E annuncia che il “buco” aperto dalla decisione europea e quelli che, in Europa ed in Italia potrebbero ancora aprirsi verranno turati……..con i proventi della lotta all’evasione fiscale.
Niente di originale, ma vorremmo tanto credergli, per ovvie ragioni etiche e per concretissimi motivi pratici.
Infatti, se i soldi che mancano all’appello non ce li metteranno i contribuenti infedeli, dovremo metterceli noi, incassando entro giugno l’ennesimo ed automatico aumento delle accise sui carburanti e del prezzo della benzina.
Vorremmo, perciò, che il nostro Ministro dell’Economia avesse almeno una soluzione di riserva, magari provando a limare un paio di miliardi in più dagli 800 e passa della spesa pubblica.
Perché l’esperienza insegna che l’evasione fiscale non è un Pozzo di San Patrizio, nel quale basta calare un secchio di buone intenzioni per tirarlo su pieno di soldi.