JOBS ACT
Riforma Cig: più semplice la richiesta aziendale
di Eleonora Tomba
Il decreto legislativo attuativo del Jobs Act sul riordino degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto (CIGO-CIGS-solidarietà), ancora all’esame delle Commissioni lavoro di Camera e Senato, contiene una riforma a tutto campo della cassa integrazione guadagni.
Tre le novità principali: l’incremento del contributo addizionale a carico delle imprese richiedenti il trattamento diverrà più gravoso: oggi il sistema prevede il pagamento del 4% delle somme erogate a titolo di integrazione salariale per le aziende fino a 50 dipendenti e dell’8% per quelle con oltre 50 dipendenti. Il nuovo meccanismo, invece, aumenta le percentuali di contributo che si calcoleranno sulla retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore non lavorate (anziché sull’indennità), comportando, quindi, un incremento complessivo dei costi per il datore. L’azienda pagherà il 9% fino a 52 settimane di trattamento Cig, il 12% per il periodo tra 52 e 104 settimane e il 15% se l’ammortizzatore si protrae oltre le 104 settimane.
Altra novità riguarda i contratti di solidarietà, che diventano “protagonisti” delle situazioni di contrazione dell’attività aziendale: all’interno della procedura sindacale per far ricorso alla Cig ordinaria o straordinaria le parti dovranno, infatti, dichiarare la non percorribilità del contratto di solidarietà e, ai fini del calcolo della durata massima complessiva degli ammortizzatori, i periodi di solidarietà si computeranno a metà.
Infine, evidenziamo due importanti modifiche in materia di cassa integrazione straordinaria: le causali per l’accesso diventano tre: riorganizzazione aziendale, crisi (con esclusione dal 1° gennaio 2016 dei casi di cessazione di attività e riduzione della durata massima a 24 mesi nel quinquennio mobile) e contratto di solidarietà. Lo schema di decreto, inoltre, elimina l’obbligo di comunicazione preventiva alle Rsa/Rsu di avvio della procedura: l’impresa dovrà chiedere la concessione del trattamento, ma soltanto in sede di esame congiunto i rappresentanti sindacali potranno essere messi a conoscenza del programma che intende attuare, della durata, del numero di lavoratori coinvolti, dei criteri di scelta ecc. Un intervento auspicato dal sistema imprenditoriale, soprattutto poiché l’incompletezza della comunicazione iniziale ha comportato spesso condanne giudiziali di risarcimento a carico delle aziende.
Anche sul fronte della riforma degli ammortizzatori non si smentisce l’atteggiamento del Governo, teso prevalentemente ad abbassare le tutele dei lavoratori e a rendere più semplice la gestione delle situazioni di crisi solo per le aziende.
Ci riserviamo un giudizio più puntuale quando il decreto sarà definitivamente emanato ma considerata l’importanza di questi strumenti di protezione dei lavoratori (la richiesta di ore di Cig tra aprile e maggio di quest’anno è cresciuta del 7,4% secondo lo studio Uil), auspichiamo che il Governo ponderi bene le ripercussioni sociali di questa ennesima riforma.