GIORNO X GIORNO
Jobs Act e occupazione, è ancora presto per un bilancio ma…
I conti si fanno sempre a fine anno e non intendiamo quindi trarre delle conclusioni o dare giudizi definitivi sulle politiche decise dal governo per rilanciare l’occupazione. Certo però che non si può non rilevare con preoccupazione gli ultimi dati diffusi dall’Istat che raccontano una realtà che continua a non migliorare e a offrire nuovi record, purtroppo sempre negativi.
A giugno 2015 il tasso di disoccupazione complessiva è cresciuto dello 0,2% rispetto a maggio, arrivando al 12,7%. Rispetto a giugno 2014 il numero di disoccupati è aumentato del 2,7% (+85 mila) e il tasso di disoccupazione dello 0,3%. Ma il dato ancor più drammatico è quello relativo ai giovani (15-24 anni): a giugno 2015, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 44,2% (+1,9% rispetto a maggio). I giovani occupati sono 22 mila in meno rispetto a maggio (-2,5%) e 80 mila in meno rispetto a giugno 2014.
L’unico dato, diciamo così, positivo, è che negli ultimi 12 mesi è diminuito (- 0,9%) il numero di individui inattivi (persone che non sono né occupate, né in cerca di occupazione), il che significa che 131 mila persone hanno cominciato a cercare lavoro. Sinceramente ci sembra un po’ poco…
Abbiamo già espresso la nostra contrarietà sul Jobs Act, in termini di riduzione di diritti e tutele per i lavoratori, senza però esprimere giudizi sui risultati ottenuti, in termini di crescita occupazionale, proprio perché, come dicevamo all’inizio, riteniamo che i bilanci vadano sempre fatti a fine anno.
Possiamo però ribadire, per l’ennesima volta, le nostre convinzioni sul fatto che il lavoro non si crea “per legge”, che l’occupazione tornerà a crescere solo quando ripartiranno i consumi e la produzione e che ciò potrà avvenire solo attuando politiche che mettano più soldi nelle tasche delle persone e che favoriscano e sostengano la ripresa degli investimenti.