PESCA
FAO, importanti passi avanti in materia di lavoro e pesca illegale
di Fabrizio De Pascale
Si è svolta a Roma dal 11 al 15 luglio la riunione del Comitato pesca della FAO, il massimo organismo intergovernativo che determina e attua le decisioni in materia di pesca, che si riunisce ogni due anni.
Alla riunione hanno partecipato anche, in veste di osservatori i rappresentanti dei sindacati internazionali del settore agroalimentare (IUF) e della pesca e trasporti (ITF), dell’organizzazione internazionale del lavoro (ILO) e di altre organizzazioni non governative della piccola pesca (International Collective in Support of Fishworkers – ICSF, World Forum of Fish Harvesters & Fish Workers – WFF).
Grande rilievo è stato dato, nella prima giornata dei lavori alla entrata in vigore dell’entrata in vigore dell’accordo FAO sulle competenze dello stato di approdo che rappresenta, a giudizio della Uilapesca, un grande passo avanti nella lotta alla pesca illegale (INN), sebbene, a nostro giudizio, per porre fine a questa pratica che, oltre a compromettere lo stato delle risorse biologiche, arreca ingenti danni economici ai pescatori “responsabili”, occorre combattere anche la piaga del lavoro illegale e dello sfruttamento delle persone coinvolte, spesso in condizioni di lavoro forzato, nelle attività di pesca illegale.
Il legame esistente tra pesca illegale e rispetto dei diritti del lavoro, così come enunciati nella Convenzione ILO C 188 del 2007, è stato evidenziato negli interventi dell’ILO e dei sindacati ITF e IUF. In particolare, il rappresentante dell’ILO Brandt Wagner, ha sottolineato il fatto che, ai sensi del diritto internazionale, le persone sottoposte a condizioni di lavoro forzato non possono essere punite per i reati da loro commessi, come nel caso dell’esercizio della pesca illegale.
A conclusione dei lavori, il COFI ha approvato un rapporto che, sia dal punto di vista del lavoro che dei risvolti “sociali” della pesca illegale, rappresenta un importante punto di svolta nelle future attività della FAO.
Il rapporto, infatti, riconosce l’importanza di includere il tema delle condizioni sociali e del lavoro nella futura agenda del sottocomitato per il commercio dei prodotti della pesca. In materia di pesca illegale, viene riconosciuto che, molto spesso, a questa attività si associano altri crimini più gravi e che, per questo, la FAO e l’ufficio ONU contro droghe e crimini (UNDOC) devono coordinare i loro sforzi. Il COFI, inoltre, auspica il coinvolgimento diretto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) nel comitato congiunto FAO/IMO sulla pesca illegale. Infine c’è la proposta degli Stati Uniti alla FAO di avviare un lavoro di ricerca sul tema “pesca illegale e trasbordo delle catture”.
Da parte di ITF, IUF e ILO è poi venuto l’appello a ratificare, al più presto, la Convenzione ILO C 188 e in tal senso si è espressa anche il rappresentante dell’Unione Europea e, attraverso un comunicato congiunto letto durante i lavori dal rappresentante dell’ITF, ETF e Europeche, le parti sociali europee del settore pesca. La convinzione espressa, in particolare dall’ITF, è che l’entrata in vigore di questa convenzione rappresenterà un fondamentale passo in avanti, sia per la tutela dei diritti dei lavoratori che nella lotta alla pesca illegale.
La Uilapesca si augura che la riunione del COFI possa servire da stimolo al parlamento italiano per concludere rapidamente il processo di ratifica della ILO C 188, avviato nel gennaio scorso, grazie all’iniziativa parlamentare dell’on. Laura Venittelli ma che sembra essersi arenato in qualche ministero.