“Le indicazioni geografiche DOP e IGP come traino dello sviluppo locale” è stato il tema del convegno che si è tenuto venerdì 8 novembre a Matera organizzato da CNA – Unione Agroalimentare Nazionale, al quale ha partecipato anche la Uila, per approfondire le motivazioni alla base del fatto che le produzioni con riconoscimento DOP e IGP delle regioni del Sud ancora non vedano lo stesso sviluppo rispetto alla performance di quelle del Nord
Il sistema delle IG è un pilastro del nostro modello agroalimentare e i risultati parlano chiaro: negli ultimi 10 anni è quadruplicato l’export, raddoppiato il valore della produzione e sono aumentati i produttori coinvolti. L’Italia con 822 IG è al primo posto in Europa per numero di certificazioni con una produzione dal valore superiore ai 15 miliardi di euro, di cui quasi 9 miliardi per l’export. È il successo di un modello produttivo tipicamente italiano che fa perno sulla qualità, sulla distintività e sulla valorizzazione dei prodotti tipici. Eppure, nel meridione esistono ancora delle difficoltà legate all’export e i valori della produzione, tranne che in pochi casi, sono molto al di sotto delle IG del Centro-Nord.
Il settore dell’artigianato alimentare, da sempre legato alla rigida selezione qualitativa delle materie prime e alle capacità professionali degli addetti, è riuscito non solo a tutelare il valore aggiunto delle produzioni ma persino a farlo crescere esplorando mercati sconosciuti.
Una crescita in termini sia qualitativi che quantitativi che ha determinato a sua volta una crescita non solo economica, ma anche sociale, fatta di imprese e lavoratori di uno stesso territorio capaci di fare rete e innovarsi.
Dietro una DOP o una IGP ci sono le storie dei nostri territori, del saper fare italiano amato e imitato nel mondo. C’è soprattutto futuro. Per questo occorre continuare a rafforzare i prodotti di qualità, puntando prioritariamente su due aspetti. Innanzitutto, la lotta al falso e la difesa dei prodotti italiani contro la concorrenza sleale delle imitazioni e delle contraffazioni: togliere spazi all’Italian sounding significa portare valore ai nostri agricoltori, allevatori e artigiani del cibo. Inoltre, porre attenzione alla contrattazione: rinnovare i contratti e vigilare sulla loro applicazione, per evitare la proliferazione di “contratti pirata” sottoscritti da organizzazioni prive di rappresentatività, che generano dumping contrattuale e determinano l’applicazione di salari non congrui rispetto a quelli dei Contratti dalle organizzazioni realmente rappresentative.
Pertanto, va valorizzata la contrattazione quale strumento fondamentale capace di accompagnare una tale crescita, e il rinnovo del C.C.N.L. area alimentazione-panificazione delle aziende artigiane del settore alimentare e delle imprese della panificazione (di cui a breve partirà il confronto negoziale) può costituire un positivo passaggio nell’interesse dei lavoratori e delle imprese, favorendo le condizioni per un nuovo sviluppo del settore e per trovare strumenti tesi alla valorizzazione anche della contrattazione di secondo livello, ancora troppo concentrata in poche regioni, e dove possibile di distretto, valorizzando in tal modo le molteplici vocazioni produttive dei territori. Molto è stato fatto nelle passate stagioni contrattuali, che con senso di responsabilità hanno fornito alle imprese strumenti per competere senza mettere in discussione i diritti e le tutele dei lavoratori.
In tal senso, non possiamo non citare la bilateralità, che trova origine proprio nei Contratti collettivi, considerata oggi uno strumento imprescindibile di aiuto e di sostegno per imprese e lavoratori che offre tutele e garanzie in un periodo come quello che stiamo vivendo in cui di garanzie e certezze ce ne sono ben poche e in cui cresce la necessità di ricevere risposte quotidiane concrete ai propri bisogni e alle proprie necessità.
Il sistema di welfare originato dalla contrattazione, derivante dagli Accordi Interconfederali e dalla comune volontà delle Parti Sociali maggiormente rappresentative del comparto artigiano, eroga ai lavoratori dipendenti e alle imprese aderenti prestazioni di natura mutualistica e diverse tipologie di servizi: dalla assistenza sanitaria integrativa al sostegno al reddito, dalla formazione continua alla tutela della salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e la previdenza complementare.
Abbiamo di fronte una strada in salita, di cui però dobbiamo con prudenza individuare il percorso a partire dalla riconferma di un forte sistema di relazioni sindacali.
In questi anni Uila, Fai, Flai e CNA Agroalimentare hanno insieme saputo cogliere molte sfide, gestire e superare momenti di tensione nell’interesse dei lavoratori e delle imprese e riteniamo che si possa fare ancora meglio perché produzioni di qualità non possono prescindere dal lavoro di qualità: se innovazione e ricerca non vengono accompagnate da previsioni contrattuali volte ad implementare le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, si corre il rischio di incorrere in una involuzione delle produzioni, ledendo così la competitività delle imprese e favorendo, di conseguenza, l’incremento di prodotti a bassa qualità.