Un piano triennale che metta insieme prevenzione e repressione, che rinforzi e renda strutturali i centri per l’impiego e crei i presupposti per un rilancio del trasporto locale nelle aree interessate. Sono queste alcune delle misure lanciate dal ministro dello sviluppo e del lavoro Luigi Di Maio, nel corso del vertice contro il caporalato, svoltosi a Foggia, con i rappresentanti delle parti sociali, datoriali e delle Regioni, in contemporanea con un presidio di lavoratori indetto da Fai, Flai e Uila. Gli interventi proposti da Di Maio sono stati apprezzati dal segretario generale Uila Stefano Mantegazza che ha rilanciato con altre proposte. “Condividiamo la proposta del ministro Di Maio di definire un piano triennale che veda coinvolte parti sociali per sconfiggere quella che per il nostro paese è una vera e propria emergenza sociale e cioè lo sfruttamento del lavoro in agricoltura da parte dei caporali. È chiaro che il caporalato si combatte rafforzando gli strumenti di contrasto a tutte le forme di intermediazione illecita della manodopera, come ha sottolineato il ministro. Nel nostro intervento abbiamo, però, aggiunto tre proposte concrete” precisa Mantegazza “la prima è quella di costruire un sistema di gestione dei flussi occupazionali alternativo a quello dei caporali, affidando alle parti sociali, nell’ambito di quanto prevede la legge 199, la gestione del mercato del lavoro; la seconda è che, nella prossima legge di stabilità, venga inserita un sistema di premialità a favore delle aziende che assumeranno manodopera, attraverso il nuovo sistema e che siano disposte a valorizzare il lavoro etico; la terza è un sistema di trasporti locali convenzionato per garantire quotidianamente la manodopera necessaria in azienda”. “Siamo convinti che la lotta al caporalato passi non soltanto per il rafforzamento del sistema repressivo” conclude Mantegazza “ma anche attraverso nuove misure che consentano di costruire soluzioni alternative a quelle attualmente messe in atto dai caporali”.
L’incontro, che sarà riconvocato a stretto giro per mettere a punto gli step intermedi con cui raggiungere già nel breve periodo un primo risultato, si è svolto in un clima positivo durante il quale i sindacati hanno riscontrato da parte del Ministro apertura e disponibilità al confronto.
“E’ finita l’epoca dei numeri in cui le ispezioni servivano solo a riempire tabelle. L’obiettivo è di lavorare ad un cronoprogramma con piani triennali di contrasto al caporalato che veda una repressione ma anche una prevenzione e con verifiche che lasceranno in pace gli imprenditori onesti”, ha spiegato Di Maio dando dunque la priorità al funzionamento dei centri per l’impiego, filtri legali di manodopera e allo sviluppo di una serie di convenzioni con cui rendere efficiente la rete di trasporti locali con cui bypassare l’offerta dei caporali. Anche per questo, ha annunciato che, a breve, sarà reso noto il nuovo direttore dell’ispettorato nazionale del lavoro. “Se oggi funzionassero i centri per l’impiego non esisterebbe il caporalato così come se funzionasse il trasporto pubblico” ha aggiunto. “E’ il momento di fare sistema, di mettere insieme tutte le sinergie perché il caporalato non è solo un problema del Sud ma di tutte le regioni italiane. Non possiamo localizzare un fenomeno illegale in una area del paese e pensare che risolto lì la questione abbiamo risolto il problema”.