PUGLIA
Vivai viticoli, si rischia emergenza sociale
di Pietro Buongiorno
Si rischia l’emergenza sociale ed economica nel Comune salentino di Otranto e nel relativo comprensorio, zona interessata dalle prescrizioni della Decisione della Commissione Europea del 18 maggio scorso, che ha inserito la vitis vinifera come specie aggredibile dal batterio della Xylella, ratificando il testo del 28 aprile del Comitato fitosanitario permanente per la salute delle piante. L’evidenza scientifica della non trasmissibilità alla vitis vinifera della Xylella fastidiosa, del ceppo denominato “complesso del disseccamento rapido dell’olivo”, è stata annunciata a gran voce dal Ministero delle Politiche Agricole, supportata da un’importante ricerca condotta per 12 mesi dai laboratori accreditati dell’Istituto per la Protezione sostenibile delle piante del CNR e dal Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università di Bari. Sulla base dei risultati di questo studio è stato chiesto di eliminare la vite dall’elenco delle piante potenzialmente ospiti del batterio. Purtroppo, però, la mancanza di azioni mirate, che avrebbero rallentato o evitato la diffusione del batterio, unitamente alla mancanza dell’applicazione dei provvedimenti comunitari, hanno fatto sì che si inasprissero i provvedimenti restrittivi relativi alla commercializzazione della produzione viticola, con ricadute pesanti sull’intero settore vivaistico, che rappresenta una eccellenza del settore agricolo ed una risorsa economica irrinunciabile per il nostro territorio.
La Uila di Puglia e la Uila Territoriale di Lecce hanno organizzato un’assemblea lo scorso 13 ottobre con i lavoratori dipendenti dei vivai viticoli di Otranto per discutere delle difficoltà che vive in questo momento il settore viticolo, aggravate ulteriormente dagli allarmismi che condizionano la commercializzazione anche oltre i confini europei (si pensi alla Tunisia che già a febbraio voleva bloccare l’import delle barbatelle italiane solo in virtù di un allarme non giustificato). I vivai dell’intero comprensorio di Otranto rappresentano la seconda realtà Italiana in termini di numero di piantine prodotte, circa 10 milioni l’anno, con un indotto di circa 20 mln di euro. I lavoratori coinvolti sono circa 800 con un numero totale di giornate pari a circa 70.000. Dati che lasciano presupporre di quale portata potrebbe essere la ripercussione sull’occupazione e quindi sull’intera economia della zona, a cominciare già dal 2015 se non si dovessero completare le operazioni di selezione e commercializzazione.
Più volte abbiamo chiesto al Governo di intervenire con provvedimenti ad hoc, che prevedano ammortizzatori sociali di maggior tutela qualora la vite non venisse eliminata dalla lista nera delle specie a rischio contagio. Apprendiamo con estremo favore le dichiarazioni di Paolo De Castro, al quale avevamo lanciato un accorato appello in qualità di componente della commissione Agricoltura del parlamento europeo, in cui considera la possibile esclusione della vite dalla lista colpita dal divieto della movimentazione già dal prossimo 22 o 23 ottobre, data nella quale sarà convocato il Comitato fitosanitario permanente per la salute delle piante.
Per far sentire forte la nostra voce Mercoledì 21 Ottobre, la UILA insieme a tutti i lavoratori coinvolti terrà un sit-in dinnanzi la Prefettura di Lecce, a seguito del quale chiederemo di essere ricevuti dal Prefetto Claudio Palomba per illustrargli la reale dimensione del fenomeno e chiedergli di intervenire presso il Ministro Martina affinché assuma una posizione decisa nei confronti della Commissione Europea che ci permetta di superare l’empasse in cui ci trasciniamo da tempo.