MANOVRA
Maternità, emendamento della Lega passo indietro per tutela donne lavoratrici
di Raffaella Sette
La “maternità ‘agile’ proposta dalla Lega con un emendamento al Ddl Bilancio rappresenta un passo indietro nelle conquiste di tutela della maternità e della donna lavoratrice.
La misura, contenuta nel pacchetto dedicato alle politiche della famiglia, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, sarà al vaglio dell’Aula nei prossimi giorni nell’ambito della Manovra. La nuova proposta prevede la facoltà per le gestanti, con il benestare del medico, di prestare lavoro fino al nono mese di gravidanza e godere dei 5 mesi di astensione obbligatoria direttamente dopo la nascita del bambino.
Dietro la “facoltà” si celano, purtroppo, tante preoccupazioni.
Prima di tutto, in un mercato del lavoro precario e, nei piccoli ambienti, poco tutelato come quello di oggi, la possibilità di usufruire di questa misura comporterà che alcune donne si spingeranno oltre le proprie possibilità fisiche, rischiando di trovarsi di fronte a datori di lavoro non curanti della loro condizione. Una situazione che rischia di trascinarle in eventuali ricatti.
A ben guardare, dietro questo emendamento si nasconde una forma non immediatamente visibile di indifferenza da parte del nostro governo verso il valore della genitorialità. Come si può pensare che per risollevare le sorti della bassa natalità, della non equa distribuzione dei carichi di cura della famiglia, della scarsa conciliazione dei tempi di vita-lavoro possa essere risolutivo far ricadere ancora una volta tutto sulle spalle delle mamme, sobbarcandole di questo ennesimo affaticamento in un periodo già di per sé molto impegnativo? Tra tante alternative per incentivare la maternità e, soprattutto, la genitorialità è stata scelta quella più sbagliata.
La Uila sa bene che la strada da percorrere è in tutt’altra direzione. Una direzione da noi indicata nella proposta di legge di iniziativa popolare per favorire la genitorialità che offrirebbe degli strumenti seri a sostegno di chi decide di diventare genitore. Auspichiamo che questo emendamento non trovi consensi perché sarebbe una scelta sbagliata per le donne e per tutta la nostra società.