L’intervista
Mantegazza, stabilità: i veri numeri di una legge che non fa crescere il paese
di Fabrizio De Pascale
Non c’è stato verso di indurre Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila, a cambiare le modalità di svolgimento per le interviste e, come ormai consuetudine, ci incontriamo quindi, anche questa settimana, la domenica mattina. Oggetto della discussione di oggi è la legge di stabilità.
Domanda. Segretario, sempre convinto dell’intervista della domenica?
Risposta. Si, una bella “chiacchierata” domenicale è quello che ci vuole…
D. È quasi ora di pranzo, perché non rinviarla al pomeriggio?
R. Impossibile alle 18 gioca la Roma, una partita da non perdere…
D. Ok allora cominciamo. Direi che il tema “caldo” è la legge di stabilità. Che ne pensi?
R. Certamente e comincerei osservando che è stata annunciata il 15 ottobre ma non è ancora arrivata in Parlamento.
D. Subito polemico?
R. Per carità, ormai siamo preparati a tutto. Anche a discutere per 10 giorni su ipotesi riportate dai media. Ora però abbiamo elementi certi per avviare una riflessione compiuta.
D. Il giudizio di carattere generale quale è?
R. È una legge timida che non promuove la crescita e non taglia la spesa pubblica come avrebbe dovuto.
D. Ma come? Il presidente del consiglio la propaganda come una manovra fortemente espansiva che riduce il carico fiscale di 20 miliardi. Non mi sembra una legge timida…
R. Ricordi l’antico proverbio: “non è tutt’oro quel che luccica”? Qui è la stessa cosa e ora te lo dimostro. Iniziamo a vedere le tasse che scendono: l’eliminazione della Tasi vale 3,7 miliardi e, insieme a tutti gli altri sgravi (1,7 miliardi tra lavoro e abolizione dell’IMU agricola), il totale è di 5,4 miliardi; altro che 20 miliardi in meno!
D. Ho capito, ma allora perché si parla di 20 miliardi di riduzione?
R. Perché con un gioco di prestigio si cancellano 16,8 miliardi di aumenti IVA, previsti dai precedenti governi, che sarebbero scattati dal 1° gennaio 2016. Ma si cancellano aumentando i debiti che gli italiani dovranno pagare, già a partire dal 2017! Il premier ricorda sempre il suo impegno per le generazioni future… Sicuramente non è con questa legge che intende mettere le cose a posto!
D. Ok, però ci sono anche 7 miliardi di tagli da “spending review”, tema caro alla Uil e di cui tu in prima persona sei sempre stato convinto assertore. 7 miliardi, tutto sommato, non sono pochi…
R. A volte voi giornalisti vi fermate alle apparenze. Non approfondite, peccando anche di ingenuità. Il gioco delle tre carte è un gioco per professionisti e qui abbiamo a che fare con i più bravi.
D. Non capisco…
R. Ascolta e stupisci: guarda le tabelle allegate alla legge di stabilità e, in particolare, le cifre che ho evidenziato. Cosa dicono?
D. Che la “spending review” su beni e servizi da parte dello Stato si riduce a 216 milioni, di cui 103 a carico dei ministeri. Ma allora come si arriva a 7 miliardi di tagli?
R. Applicando i tagli agli altri!
D. Agli altri chi?
R. Ai patronati, ai centri di assistenza fiscale, bloccando il turn-over nel settore pubblico, tagliando risorse alle Agenzie delle Entrate, alle Dogane, ai fondi universitari, alla ricerca… Un elenco lunghissimo di tagli, ma applicati agli altri, non allo Stato! E poi c’è la pesante e più consistente sforbiciata sulla sanità che comporterà inevitabilmente un taglio alle prestazioni e l’aumento della tassazione locale.
D. In effetti non sono questi i dati che vengono spiegati dal governo…
R. Te l’ho detto, sono professionisti abilissimi. Guarda ancora quanti giochetti si nascondono nelle tabelle: 400 milioni di risorse in più per i comuni a fronte di un taglio, sempre di 400 milioni, per province e città metropolitane; tolgo 1,8 miliardi alle Regioni ma gliene abbuono 1,3 miliardi che sconto dalla vecchia manovra…Che ne pensi?
D. Mi arrendo e poi, con tutti questi numeri mi gira anche un po’ la testa… Cambiamo argomento. Il prossimo 16 dicembre sarà per 20 milioni di italiani l’ultimo appuntamento con la Tasi. Poi la tassa sulla prima casa non si pagherà più. Che ne pensi?
R. È una scelta positiva ma discutibile nella sua attuazione. In soldoni equivale a una riduzione del carico fiscale di 200 euro l’anno a famiglia. Per molti sarà una boccata d’ossigeno, per altri un regalo di cui si poteva fare a meno. Avrei preferito altre soluzioni, ad esempio un’esenzione dal pagamento fino a una determinata soglia (400/500 euro), sopra la quale penso sia giusto che chi ha una bella casa ci paghi sopra un po’ di tasse.
D. Ma, insomma, qualcosa da salvare in questa legge di stabilità c’è?
R. Il taglio dell’IMU per il settore agricolo e per “gli imbullonati”, il super ammortamento per chi compra nuovi macchinari, l’aumento della “no tax area” per i pensionati (anche se scatterà dal 2017), la detassazione dei premi di risultato. Queste sono scelte che vanno nella direzione giusta ma con poche risorse, peraltro limitate nel tempo.
D. E cosa manca?
R. Innanzitutto le risorse per rinnovare i contratti del pubblico impiego e per costruire un ponte vero che consenta ai più anziani di andare in pensione prima di quanto previsto dalla riforma Fornero.
D. Però mi sembra che su questo fronte ci sia, nella legge, una proposta interessante su una forma di “part time” per i pre-pensionandi. È così? Come la giudichi?
R. Ottima, in effetti Renzi ha preso in prestito una proposta della Uil e ne siamo contenti. Si tratta di un “part-time” per chi è a tre anni dalla pensione. Prevede contributi figurativi a carico dello Stato per la quota di orario non lavorato e un incremento retributivo pari all’importo dei contributi che l’azienda non verserà più allo Stato. In linea di principio è una buona soluzione ma con poche risorse e una durata limitata al 2018. Il Ministro dell’Economia ha chiarito che ne potranno usufruire al massimo 24.000 persone… Una dimensione che assomiglia molto a una categoria dello spirito.
D. Senti, mia moglie ha già chiamato due volte, la pasta è quasi pronta e a me non piace mangiarla fredda o scotta… Un’ultima battuta: c’è una proposta che proprio non ti piace?
R. L’aumento dell’uso del contante di 1.000 a 3.000 euro. Il nero che torna a essere legalizzato.
D. Padoan un anno fa sosteneva che la soglia dei 1.000 euro serviva a fare emergere le economie sommerse e ad aumentare la tracciabilità, ora dice che ha cambiato idea…
R. Spero che la cambi di nuovo e in fretta. Affitti, prestazioni, acquisti tutto pagato in cash… Si torna all’antico ed è un ritorno che non fa bene a un paese dove regnano lavoro nero e malavita.
D. Concludendo, che farai stasera dopo la partita?
R. È importante che tutto il sindacato si rimbocchi le maniche e provi a cambiare in Parlamento questa legge di stabilità. L’Italia cresce, il costo delle materie prime e del denaro è ai minimi storici, ci premia anche il cambio con il dollaro, si può fare di più per cogliere questo momento positivo nell’interesse del paese.