Il 10 settembre si ricomincia, e lo facciamo in maniera propositiva!
È stata, infatti, convocata da Federalimentare la prima plenaria per il rinnovo del contratto dei lavoratori dell’industria Alimentare in scadenza il 30 novembre prossimo. Dopo di essa inizieremo subito con quattro sessioni negoziali su temi già definiti: trattamento economico e produttività, gli appalti/comunità di sito, occupabilità (mercato del lavoro, formazione e classificazione) e welfare/diritti e tutele.
In pratica, avvieremo un percorso attraverso il quale si approfondiranno tutte le richieste contenute in piattaforma. Ognuna di esse, infatti, sarà inserita in una specifica sessione negoziale al fine di analizzare, insieme alla controparte, tutte le possibili soluzioni contrattuali da adottare. In altri termini, questo rinnovo si apre all’insegna del merito delle nostre proposte e rivendicazioni, sulla base di una piattaforma ricca ed importante che ha visto l’adesione convinta di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore.
Sono oltre 400 mila, per l’appunto, gli addetti del settore che attendono con ansia questo rinnovo che si preannuncia essere tra i più importanti nella storia contrattuale della nostra categoria. Arriviamo a questo appuntamento dopo un quadriennio nel quale l’industria alimentare ha dimostrato di essere tra i settori più performanti dell’intero manifatturiero e ha inanellato, soprattutto sul versante dell’export, un record dopo l’altro. Rimarcando così non solo l’inestimabile valore del nostro Made in Italy e la capacità delle imprese alimentari di crescere e di svilupparsi, ma anche la qualità e l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Anche ad essi va il merito dei risultati raggiunti. Lo abbiamo già detto in piattaforma, lo ribadiremo nella plenaria e lo ripeteremo in ogni singola sessione negoziale: una parte di questo successo è dovuto anche alla professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori ed il rinnovo del Ccnl è l’occasione giusta per ricompensarli adeguatamente per il contributo dato. Sul come farlo siamo stati chiari, non basta salvaguardare il potere d’acquisto ma bisogna aumentare la loro capacità di spesa, redistribuendo così parte della ricchezza prodotta.
Se il salario è il primo punto in agenda, gli altri non sono da meno. Il rinnovo del contratto dovrà servire, infatti, ad aumentare l’equità nei posti di lavoro trovando soluzioni alle sempre più numerose disparità contrattuali che esistono in quella comunità di sito che è lo stabilimento alimentare. Noi siamo convinti che non debbano esistere lavoratori di serie A e di serie B, iniziamo a fare in modo che questo non avvenga più nel nostro settore.
Sarà, poi, indispensabile affrontare insieme, sindacati e imprese, il tema della formazione. Non possiamo, infatti, rimanere sordi al grido di dolore delle aziende che non trovano lavoratori da assumere con la necessaria professionalità mentre la platea dei disoccupati, giovani e meno giovani, continua ad aumentare. L’occupabilità come miglioramento delle competenze di chi è già in azienda e facilitazione dell’inserimento nel mondo del lavoro per chi un impiego lo cerca, è un elemento sul quale investire concretamente se vogliamo affrontare al meglio le sfide della digitalizzazione e di impresa 4.0. Ed è proprio in questo contesto, che abbiamo chiesto in piattaforma di soffermarci anche su una rilettura degli inquadramenti, al fine di renderli più aderenti alla sempre più veloce innovazione tecnologica.
Il welfare contrattuale e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro saranno un altro dei capitoli fondamentali di questo rinnovo. Già oggi possiamo vantare un sistema di welfare contrattuale che garantisce agli iscritti tutele di primo ordine sul fronte della previdenza e della sanità integrativa, così come in tema di prestazioni a sostegno della maternità/paternità e di tutele in caso di morte.
Stiamo parlando di uno dei fiori all’occhiello del sistema di relazioni sindacali del settore, con prestazioni sempre più apprezzate e richieste che aumentano quotidianamente, sarà, però, necessario aumentare le entrate per garantire a tutte le lavoratrici e ai lavoratori il livello di welfare sul quale hanno potuto contare in questi anni.
Se queste sono le priorità che affronteremo al tavolo con Federalimentare è bene soffermarci su quanto abbiamo già fatto e sui risultati straordinari che abbiamo conseguito nel corso della tornata di rinnovi degli accordi di secondo livello che si è appena conclusa.
Anche questa volta abbiamo sottoscritto tutti gli accordi dei principali gruppi dell’industria alimentare, incrementando diritti, welfare e tutele e aumentando le retribuzioni di produttività. Restano, purtroppo, ancora fuori da questo sistema le aziende piccole e piccolissime le quali costituiscono oltre il 90% del settore: per esse il Ccnl continua a rappresentare l’unico ombrello normativo e salariale.
Dove abbiamo contrattato, però, lo abbiamo fatto al meglio, portando ai lavoratori un aumento medio dei premi per obiettivi di circa 300 euro ed introducendo modelli sempre più efficienti e partecipativi per la verifica dei risultati conseguiti. Allo stesso tempo, abbiamo inciso sull’organizzazione del lavoro coniugando le nuove necessità aziendali – legate sia allo sviluppo tecnologico e alla robotizzazione dei processi sia ai picchi produttivi dovuti alle straordinarie performance del settore, di cui abbiamo già scritto – con i bisogni e le aspettative dei lavoratori.
Da questo punto di vista, uno dei protagonisti di questa stagione di rinnovi è stata, senza dubbio, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Abbiamo incrementato, ad esempio, i permessi per le visite pediatriche e quelli in occasione della malattia del figlio o per assistere i genitori non autosufficienti. Tutto questo anche introducendo, quasi ovunque, la banca ore solidale che consente l’interscambio, in caso di necessità, tra lavoratori di permessi per venire incontro a particolari necessità dei colleghi. Infine, abbiamo continuato ad insistere sulla genitorialità condivisa aumentando, tra le altre cose, la durata del congedo parentale per i papà.
Ulteriore aspetto che ci ha visto impegnati è stato, poi, il ricambio generazionale: in molti siti produttivi l’età media dei dipendenti è alta e mancano progetti strutturati di turnover. Per questo con la contrattazione sono stati introdotti percorsi per accompagnare i lavoratori più anziani verso una uscita graduale e favorire, al contempo, l’inserimento dei giovani.
In sintesi, dove è stato possibile abbiamo svolto una contrattazione di secondo livello che ha incrementato l’importo del salario messo in palio per il prossimo quadriennio e dato risposte innovative e concrete ai bisogni, anche sociali, delle persone.
Un copione vincente che riproporremo anche a livello nazionale. Sappiamo che ci attende una trattativa complicata, di certo più salite che discese, ma allo stesso tempo siamo consapevoli del valore del nostro sistema di relazioni sindacali che ha sempre saputo trovare i giusti equilibri e le opportune soluzioni. Il 10 settembre, allora, si ricomincia! La strada da percorrere è tanta ma anche questa volta, insieme, raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Le principali novità normative
· Miglioramento delle misure di conciliazione dei tempi vita-lavoro tra cui aumento dei permessi retribuiti per visite pediatriche, malattie dei figli e assistenza a familiari anziani o infermi e permessi per congedo di paternità.
· Smart working
· Ricambio generazionale
· Banca ore solidale
· Possibilità di destinare una quota del premio in servizi di welfare sociale dedicati alla previdenza complementare, assistenza e genitorialità.
· Incentivo una tantum per iscrizione o per chi è già iscritto al fondo di previdenza complementare Alifond
· Rafforzamento della Rete del lavoro agricolo di qualità
· Più spazio alla formazione
· Maggiore attenzione al tema della sicurezza