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I paradossi dell’emergenza Xylella
Fra i paradossi dell’emergenza Xylella in Puglia non c’è solo l’esclusione del lavoro dipendente da qualsiasi intervento del Governo, o meglio il completo disinteresse per quelle che saranno le ricadute occupazionali nei prossimi anni e gli effetti su redditi e prestazioni previdenziali dei braccianti agricoli, ma anche la “battaglia di principio “degli ambientalisti.
Mobilitati per l’abbattimento di 52 ulivi in provincia di Lecce, hanno taciuto, invece, sull’eradicazione di ben ottomila alberi effettuata dai proprietari nei primi sei mesi del 2015. A cui se ne aggiungono altri 30mila tagliati, tra Lecce e Brindisi, con il benestare dell’Ufficio provinciale dell’agricoltura nel 2014.
Quella contro l’abbattimento di una cinquantina di ulivi è stata un’opposizione così strenue che per le operazioni sono stati necessari oltre cento militari. Ne sono serviti molti di meno, invece, per accertare in sei mesi di indagini i tagli irregolari e spiccare sanzioni per 300mila euro nei confronti di quegli agricoltori che hanno abbattuto le piante senza permesso. O che ne hanno abbattute più di quante fosse loro concesso o che, semplicemente, hanno abbattuto ma non ripiantato altrove gli ulivi, secondo le disposizioni dell’Ufficio provinciale.
Ora, o si è ambientalisti o non lo si è. La battaglia contro l’abbattimento degli ulivi o si fa o non si fa e non si può scegliere di contestare solo alcuni tagli e di lasciarne stare altri. Altrimenti si rischia di non essere credibili sul campo e di portare avanti questioni squisitamente ideologiche.