Eridania Sadam
Ok alla ricollocazione dei lavoratori, ma l’epilogo doveva essere diverso
di Gabriele De Gasperis
Il 22 ed il 23 giugno si èconcluso, con il raggiungimento di un’intesa tra Fai, Flai, Uila e Eridania Sadam Spa, il percorso relativo alla procedura di mobilità, avviata dall’azienda il 10 aprile scorso, che ha coinvolto 160 lavoratori degli ex zuccherifici di Castiglion Fiorentino (AR), Celano (AQ), Fermo (FM) e Jesi (AN).
Un’intesa che riduce l’impatto sociale della collocazione in mobilità, fornendo da una parte tutele di carattere economico e dall’altra ribadendo il fondamentale obiettivo di garantire la rioccupazione dei lavoratori coinvolti. L’accordo, infatti, riconosce, sito per sito, fino al 31.12.2018 il diritto dei lavoratori, posti in mobilità, alla ricollocazione presso le societàche saranno responsabili della realizzazione dei progetti di riconversione, istituendo inoltre tavoli territoriali finalizzati a monitorare costantemente lo stato di avanzamento di tali progetti e ad affrontare le eventuali questioni che dovessero insorgere in ogni realtà.
Trova, in questo senso, conferma l’obiettivo delle organizzazioni sindacali a non considerare concluso con la mobilitàil proprio impegno nel continuare a tutelare i lavoratori ed arrivare finalmente alle riconversioni produttive degli ex zuccherifici.
Alla luce delle particolari difficoltàincontrate nell’attuazione di quanto previsto dalla Legge n. 81 del 2006, Fai Flai e Uila hanno anche chiesto il riconoscimento, in favore dei lavoratori, di una quota di quanto l’azienda eventualmente otterrà all’esito di azioni giudiziarie che dovessero essere intraprese nei confronti di amministrazioni ed enti pubblici che abbiano illecitamente ostacolato la realizzazione dei progetti di riconversione.
Ad ogni modo, resta l’amarezza per un epilogo che doveva e poteva essere diverso.
La Uila, da parte sua, continuerà a rappresentare con forza in tutte le sedi le ragioni dei lavoratori e ad adoperarsi per l’attuazione di quanto previsto dalla legge 81 del 2006, nella consapevolezza che ci troviamo di fronte ad uno Stato che oltre a non dar corso agli impegni assunti dieci anni or sono, rinunciando alle riconversioni agroenergetiche, provoca drammatiche ricadute occupazionali e fa fare a tutto il paese un passo indietro rispetto allo sviluppo di energie alternative ed alla tutela dell’ambiente.