Foragri festeggia dieci anni di attività e nel futuro c’è la volontà di dare più sostegno a innovazione, ricerca e agricoltura di precisione. Per celebrare i dieci anni del Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua in agricoltura si è svolto, a Roma, in collaborazione con l’Eban, ente bilaterale agricolo nazionale, il convegno “Foragri: un decennio che apre al futuro. 10 anni di formazione per lo sviluppo delle aziende e del lavoro in agricoltura”. Costituito da Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Cgil, Cisl, Uil e Confederdia, Foragri si tratta dell’unico fondo di settore per l’agricoltura e l’agroalimentare. Aperto dagli interventi del presidente e del direttore di Foragri Stefano Bianchi e Roberto Bianchi, che ha illustrato il cammino fatto in questi anni sulla formazione, l’incontro è stato anche l’occasione per presentare alcune aziende che hanno puntato sull’innovazione e una ricerca svolta da Teresa del Giudice dell’Università Federico II di Napoli sulle nuove competenze nel lavoro agricolo. Il segretario nazionale Uila Guido Majrone, intervenuto al convegno ha sottolineato come a Foragri attualmente vi aderiscano 100.00 imprese e più di 250mila dipendenti. “Sono numeri importanti” ha detto “che rispecchiano il grande lavoro fatto in questi anni e che continueremo a fare insieme per lo sviluppo dell’agricoltura. Tanti auguri Foragri!” ha concluso.
Denis Pantini, direttore area agroalimentare Nomisma, ha presentato alcuni numeri del settore e del lavoro dipendente in agricoltura. In particolare Pantini ha messo in luce come nel decennio 2007-2017 il trend del valore aggiunto dell’agricoltura sia stato più che positivo: l’agroalimentare nel suo complesso ha visto crescere il valore aggiunto del 10% , superato solo dal turismo con il 17%. La produzione agricola, che nel 2017 si è attestata a 54.666 milioni di euro, ha subìto una variazione del +12% sul 2007, concentrata però in un numero inferiore di imprese agricole, calate del 18% sul 2007 (745.156 su 910.952). Anche la superficie agricola utilizzata è cresciuta (+58% 2013 sul 2007) così come il valore della produzione per azienda (+88% nel 2013 rispetto al 2007). Sul versante dell’innovazione tecnologica però l’Italia è ancora indietro: nel 2017 il mercato italiano dell’agricoltura di precisione ha toccato quota 100 milioni di euro mentre, secondo alcune stime Roland Berger, nel 2020 il mercato mondiale raggiungerà i 4,5 miliardi di euro, con un tasso di crescita del 50% rispetto ad oggi. E’ vero che sempre più aziende si stanno mettendo al passo e che il 70-80% delle nuove attrezzature agricole vendute ha componenti per l’agricoltura di precisione come Gps, trattori a guida satellitare, ma ancora molto c’è da fare. Per quanto riguarda il lavoro dipendente in agricoltura, nel 2016 sono stati 1.546.346 i rapporti di lavoro attivati e 1.072.290 i dipendenti agricoli tra stagionali, part time e full time (97% operai e 3% impiegati, quadri e dirigenti). Gli operai agricoli sono 1.035.654, l’11% degli operai complessivi in Italia, di cui 939.121 a tempo determinato e 103.468 a tempo indeterminato. Sono 186.424 le aziende che occupano gli operai agricoli e 108,8 milioni le giornate lavorate (il 6% delle giornate lavorate in Italia). I lavoratori agricoli dipendenti stranieri regolari sono 286.940, il 28% sul totale degli operai agricoli, di cui il 47 extracomunitari e il 53% comunitari.