PUGLIA
Dedicare la festa della Donna a Paola Clemente
di Ida Cardillo
“Perché la morte di questa donna, resa schiava del caporalato, non sia resa vana”
Chiedere a tutte le amministrazioni comunali della Provincia di Taranto di commemorare, in occasione dell’8 marzo, la memoria della sangiorgese uccisa dal caporalato. E’ questa la mia proposta perché la storia di Paola Clemente, bracciante di 49 anni, madre, moglie e lavoratrice, non è dissimile da quella di tante altre sue colleghe, nostre concittadine che ogni giorno ripetono le stesse litanie.
E’ diverso l’epilogo però. E’ per questo che riteniamo opportuno, proprio nel giorno della festa delle donne, fermarci un attimo ad ascoltare il racconto di questa storia di ordinaria schiavitù, accaduta nella Puglia della pizzica e delle “chiangaredde”, delle Masserie di lusso per i vip, delle affollatissime discoteche sulle spiagge. La storia di Paola è finita con un infarto letale alla fine di un’estenuante giornata di acinellatura sotto i 42 gradi di un “tendone” in una giornata afosa di luglio.
La Clemente ha ricevuto giustizia. I suoi sfruttatori, per la prima volta per un reato di questo tipo, sono in carcere grazie alla legge 199 del 2016 contro il caporalato, recentissima vittoria di civiltà. Ed è a lei e alle sue 40mila colleghe pugliesi, che, in un circolo vizioso di sfruttamento difficile da interrompere, migrano ancora quotidianamente da un campo all’altro della nostra lunga regione, che dovremmo dedicare questo 8 marzo.
La Uila intende così dare un senso a quel “sacrificio” che toglie alla vita, agli affetti e al futuro. Non deve esserci un’altra estate di drammi ed il lavoro non deve più uccidere le donne ancora oggi come alla “Triangle” nel 1911, piuttosto che liberarle.