GIORNO PER GIORNO
Dalla Bce un avvertimento all’Italia
L’ultimo Bollettino della BCE informa che, tra i 19 Paesi dell’Eurozona e prescindendo dai disastri greci e ciprioti, l’Italia ed altri 6 – Austria, Belgio, Malta, Francia, Spagna e Portogallo – stentano a rientrare nei parametri del Patto Europeo di Stabilità e Crescita e che, ad eccezione del Belgio, nessuno di questi Paesi ha davvero adottato le misure necessarie e sufficienti a colmare i rispettivi squilibri di bilancio.
Per quanto riguarda in particolare l’Italia, l’Istituto di Francoforte aggiunge che la struttura dei conti pubblici italiani è migliorata non per effetto delle riforme annunciate dal Governo ed ancora di là da venire, ma quasi esclusivamente grazie al Q. E. di Draghi, che ha abbattuto di circa 1/3 i rendimenti dei BTP decennali, scesi dall’1,76% di inizio anno all’1,25% della settimana scorsa, ed in pari proporzione ha ridotto gli interessi che l’Italia paga sul proprio, cospicuo debito.
Un avvertimento difficile da ignorare per un Paese la cui Legge di Stabilità per il 2015 è stata promossa dall’Eurogruppo con un “sei di incoraggiamento” e con parecchie riserve.
All’avvertimento ha risposto il Ministro Padoan, ricordando ancora una volta che le regole sull’aggiustamento strutturale del debito e del disavanzo devono essere adattate alle circostanze e che, se applicate meccanicamente, fanno più male che bene.
Probabilmente ha ragione, molte regole europee sono sbagliate o, come s’è autorevolmente sostenuto, addirittura stupide.
Tuttavia, il miglior modo di cambiarle non è la pretesa che agli altri si applichino e per noi, invece, si interpretino.