PENSIONI
Dal 2016 i nuovi coefficienti riducono gli assegni
di Eleonora Tomba
Assegni pensionistici sempre più bassi. Saranno in vigore dal 1° gennaio 2016 i nuovi divisori e coefficienti di trasformazione da adottare per determinare la pensione con il sistema di calcolo contributivo secondo la rideterminazione della tabella allegata al decreto ministeriale 22 giugno 2015 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 154 del 6/07/2015.
Dal prossimo anno, quindi, per effetto della suddetta revisione (ora triennale, ma biennale dal 2019), si ridurranno gli assegni pensionistici. In base alla Legge n. 335/1995 (riforma Dini), infatti, la quota contributiva del calcolo dei trattamenti (quella parte di pensione legata ai contributi versati da datore e lavoratore) è rivalutata annualmente per l’indice del Pil e alla cifra così ottenuta sono applicati, poi, i coefficienti di trasformazione legati all’età del lavoratore al momento del pensionamento. La Legge Dini ha previsto che, per coloro che nel 1995 avevano almeno 18 anni di contributi, la quota contributiva decorresse dal 2012, e per gli altri dal 1996 in avanti. Con le varie riforme i coefficienti sono stati progressivamente rivisti al ribasso per effetto dell’aumento della speranza di vita, fino al Decreto-Legge n. 78/2010 che ha stabilito una revisione dei coefficienti di trasformazione ad ogni variazione della speranza di vita.
Una scelta giustificata dal fatto che, vivendo in media di più rispetto al passato, i pensionati non possono costare al sistema previdenziale più di quello che hanno versato durante la loro carriera lavorativa. Di conseguenza, la rata della pensione diminuisce proporzionalmente.
A seguito dell’aggiornamento, quindi, coloro che hanno già maturato il diritto alla pensione o che lo maturano entro il 2015, avranno tutta la convenienza ad uscire dal lavoro prima della fine dell’anno, beneficiando di coefficienti più generosi.