COPAGRI
D’amico eletto presidente regionale Abruzzo
di Fabio Caldera
Si è svolto oggi a Cepagatti il congresso regionale dell’Abruzzo per l’elezione delle nuove cariche politiche che dovranno indirizzare la regione in questi importanti momenti di scelta.
Eletta ex novo anche tutta la presidenza. A Carlo D’Amico è stata accordata la fiducia, fino al prossimo congresso del 2018, per traghettare la Copagri Abruzzo oltre le difficoltà. Lo accompagneranno nel difficile compito come vice presidente vicario regionale Vincenzo Italiani, Aquino Mancini, Leo Spina e Antonio Padovani.
Al congresso, a cui sono intervenuti molti rappresentanti delle istituzioni regionali e delle altre confederazioni, delle cooperazioni e dei lavoratori, erano inoltre presenti sia il presidente nazionale Copagri Franco Verrascina sia il vicepresidente vicario, Alessandro Ranaldi, già presidente Uimec.
Nel suo intervento Verrascina ha puntato l’indice sull’IMU agricola: “La mozione approvata è ancora ispirata al cosiddetto ‘miglioramento’, mentre sono state respinte tutte le proposte di abolizione” ha affermato. “C’è miopia su un’imposta evidentemente iniqua e incomprensibile. Si tassa la terra, oltre che i beni strumentali, ovvero il primo fattore produttivo per il settore e quanto serve per fare impresa in agricoltura. Va abolita, non c’è altra via” ha quindi tuonato Verrascina secondo cui non è possibile “accettare 11mila società partecipate pubbliche per un costo di 26 miliardi l’anno certificato dalla Corte dei conti. Non c’è ancora una seria spending review e mi chiedo, inoltre, perché con il ‘tesoretto’ annunciato con il DEF non si sia preso in considerazione l’eliminazione dell’IMU agricola, che sta bloccando la produttività e il mercato fondiario. Questa politica fiscale non va, tanto più qui dove, nonostante la penalizzante tipologia del terreno, l’agricoltura fa miracoli per l’economia abruzzese in comparti come l’ortofrutta, il vitivinicolo, l’olivicolo, il cerealicolo e nell’allevamento”.
Alessandro Ranaldi ha evidenziato, invece, come, nonostante quanto accaduto con l’Imu agricola, lo Stato abbia imposto una ulteriore tassa sui terreni incolti, detassati fino a ieri e ricompresi oggi nel computo di chi deve presentare il 730 o il modello unico. “Un’altra tassa iniqua che questo governo fa pesare sugli agricoltori” ha detto “un’altra tassa che noi combatteremo per far tornare la lucidità a chi l’ha persa all’interno delle aule dei palazzi di governo”.
Le conclusioni sono state affidate al neo eletto presidente regionale che ha sottolineato come “solo con l’unità del mondo agricolo, la coesione della filiera, più redditività e qualità, spazio ai i giovani e allo sviluppo della aree interne” il settore potrà vincere la scommessa del rilancio.