Contratti provinciali agricoli
A Verona più salario e bilateralità
E’ stato sottoscritto nei giorni scorsi il Contratto provinciale di lavoro di Verona che porterà subito soldi freschi nelle tasche di 25 mila operai agricoli del veronese. Il contratto, sottoscritto da tutte le organizzazioni ad eccezione della Flai-CGIL, presenta degli aspetti molto innovativi sul piano degli aumenti, del salario variabile e della bilateralità. “È un contratto innovativo, raggiunto in una delle più importanti province agricole italiane, che ci auguriamo possa rappresentare un punto di riferimento, utile a concludere il maggior numero possibile di trattative in corso in tutto il paese” ha dichiarato Stefano Mantegazza, segretario generale Uila-Uil.
In particolare, l’intesa raggiunta prevede un incremento medio del salario del 2,05 % sul biennio di riferimento, che sarà erogato in un’unica soluzione, con decorrenza retroattiva al 01/11/2016, e non sarà legato all’inflazione. Viene per la prima volta introdotto un sistema di salario variabile, il cui indice è definito nel CPL e il cui importo sarà invece individuato a livello aziendale, secondo un sistema di calcolo predefinito. Il ruolo di Agri.bi, l’Ente bilaterale che a Verona ormai da tempo ha sostituito la Cassa Extra Legem, diventa centrale nella verifica dei requisiti, azienda per azienda, per la erogazione del salario variabile e di conseguenza, assumeranno un ruolo sempre più significativo, le parti sociali.
“In un contesto come quello attuale, l’accordo, che prevede un incremento delle retribuzioni del 2% sul biennio, non legato all’inflazione e che sarà erogato in unica soluzione retrodatata al 1 novembre 2016, incrementa il potere di acquisto dei lavoratori” spiega Giuseppe Bozzini, segretario territoriale Uila Verona-Trento. “Inoltre introduce un sistema di salario variabile, legato al margine operativo lordo, con un indice definito a livello provinciale ma da applicare azienda per azienda. Il salario messo in palio, se verrà raggiunto l’obiettivo, comporterà un ulteriore incremento retributivo di circa il 2%”. “L’accordo, infine, affida all’ente bilaterale, e quindi alle parti sociali, il ruolo di verifica della corretta applicazione del salario variabile azienda per azienda” prosegue Bozzini che spiega come “la voglia di consolidare la bilateralità come elemento centrale nelle relazioni sindacali e la ricerca di un sistema premiante per i lavoratori legato alla redditività delle imprese e alla qualità del lavoro sono stati i filoni sui quali si è strutturato il rinnovo”.
Malgrado la firma del rinnovo sia slittata di 12 giorni per accogliere la richiesta di una riflessione più approfondita da parte della Flai-Cgil, l’accordo di Verona è stato comunque sottoscritto solo da Fai e Uila. “Siamo dispiaciuti che la Cgil non abbia sottoscritto questo importante rinnovo e ci auguriamo che possa, al più presto, aggiungere la sua firma alla nostra” ha concluso Mantegazza “ma non era possibile procrastinare ulteriormente la conclusione del contratto per la responsabilità che le organizzazioni sindacali hanno nei confronti di tutti i lavoratori. Per quanto ci riguarda, anche alla luce dei recenti contratti nazionali da pochi giorni rinnovati, una intesa che fa crescere le retribuzioni di oltre il 2 % nel biennio di validità salariale e definisce un innovativo salario per obiettivi, è una intesa da sottoscrivere senza se e senza ma, perché aumenta il potere d’acquisto da subito in una unica soluzione e valorizza il ruolo della bilateralità e delle parti sociali, in una delle più importanti province agricole italiane”.