PUGLIA
Caporalato, necessario fare presto per evitare nuova emergenza
di Pietro Buongiorno
La questione dei fenomeni migratori e i modi in cui la Regione intende affrontare il problema, che interesserà tra qualche mese le province di Foggia e Lecce con l’arrivo di centinaia di lavoratori impegnati nelle operazioni di raccolta, è stata al centro di un incontro tra Fai, Flai e Uila e gli Assessori al lavoro e all’agricoltura Sebastiano Leo e Leonardo Di Gioia, il Consigliere del Presidente della Regione Puglia Domenico De Santis e il Dirigente della Sezione Politiche per le migrazioni Stefano Fumarolo.
Riteniamo apprezzabile che per la prima volta nel bilancio regionale vengano previste risorse per rispondere all’emergenza abitativa, con un impegno di 500 mila euro e che altrettante siano destinate al trasporto. Ma bisogna fare in fretta. Un altro anno è già trascorso e tra pochi mesi saremo nuovamente in emergenza. Una situazione che non riguarda solo gli immigrati, ma anche centinaia di migliaia di braccianti pugliesi che ogni giorno percorrono centinaia di km per arrivare nei luoghi di lavoro, partendo dalle province di Brindisi e di Taranto all’alba e facendovi ritorno in tarda serata, ingaggiati da caporali senza scrupoli che intermediano illegalmente, per conto di aziende consenzienti, lavoratori che non hanno spesso possibilità di scegliere e devono accontentarsi per sopravvivere.
La Uila continua a rimarcare la propria posizione sulla Legge Regionale n.28 dell’ottobre 2006, “Legge Barbieri”, rimasta totalmente inapplicata, pensiamo per esempio alla parte relativa agli indici di congruità, che prevedevano una concertazione con le parti sociali per la loro applicazione. A dieci anni di distanza dalla sua entrata in vigore, purtroppo dobbiamo registrare la mancata costituzione dell’Osservatorio Regionale sul lavoro non regolare e la banca dati prevista dall’art. 4 della Legge medesima che avrebbe dovuto svolgere la funzione di sorveglianza nell’applicazione delle previsioni della stessa norma.
Le liste di prenotazione provinciali in agricoltura, istituite nel 2011, dalla Giunta Vendola per garantire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro si sono dimostrate incapaci di svolgere il ruolo a loro demandato. Urge, quindi, una riforma complessiva dei Centri per l’impiego che ad oggi risultano inefficienti e inefficaci a seguito del passaggio di competenze dalle province alla Regione. In Italia solo il 3,1% dei lavoratori ha trovato una occupazione mediante i centri per l’impiego e questo la dice lunga sulla capacità di intermediare il lavoro.
Infine, abbiamo condiviso favorevolmente la proposta dell’Assessore Di Gioia di avviare una campagna di sensibilizzazione sul tema che coinvolga le organizzazioni datoriali e le imprese più in generale affinchè lo sfruttamento illecito della manodopera e il caporalato vengano debellati una volta per tutte dalla nostra società.