MIGRANTI
Assistenza, diritti e integrazione nel lavoro per i rifugiati
Le richieste del movimento sindacale europeo riunito a Roma
di Maria Laurenza
Si è svolta il 15 giugno a Roma, una conferenza sull’assistenza umanitaria e i diritti per i rifugiati, organizzata dalla Confederazione europea dei sindacati, CES, con il sostegno di Cgil, Cisl e Uil, e alla quale hanno partecipato sindacalisti di 22 paesi.
I partecipanti hanno ribadito il sostegno dei sindacati alle risposte umanitarie che l’Europa darà ai tanti uomini, donne e bambini che cercano rifugio nell’Ue fuggendo da teatri di guerra.
Oggi i valori umani di base dell’UE sono messi in discussione dall’arrivo di centinaia di migliaia di richiedenti asilo. Oltre l’80% di queste persone fugge da conflitti e violenze in paesi come la Siria, l’Iraq e l’Afghanistan. Il 20% sono donne e un terzo bambini. Ci troviamo di fronte ad un vero disastro umanitario. Solo nei mesi di aprile e maggio, la Marina Italiana ha salvato migliaia di rifugiati nel Mediterraneo. Ma sono centinaia quelli morti.
Nel 2016, 208.150 richiedenti asilo sono arrivati in Europa via mare; 2.856 le persone morte in mare; oltre 10.000 le persone morte nel Mediterraneo dal 2014. I rifugiati devono essere ospitati, reinsediati e trasferiti grazie a una vera collaborazione fra tutti gli Stati membri dell’Ue.
I paesi dell’Ue non possono semplicemente chiudere la loro porta e lasciare che siano gli altri paesi a risolvere il problema. In particolare, i sindacalisti europei esortano l’Ue e i suoi Stati membri a sostenere persone e organizzazioni che si impegnano per dare ai richiedenti asilo una vita sicura e dignitosa in Europa; a stanziare finanziamenti per i paesi che accolgono i rifugiati; ad offrire canali sicuri e legali ai richiedenti asilo.
E ancora la CES riconosce che l’inserimento dei rifugiati e richiedenti asilo nel mercato del lavoro rappresenta una sfida e una opportunità al tempo stesso: infatti sono state stimate al 40% le persone con competenze che possono essere immediatamente valorizzate nel mercato del lavoro UE. Per cui i sindacati da un lato punteranno ad integrare i rifugiati nel mercato del lavoro, garantendo parità di condizioni e di retribuzione per i lavoratori locali e gli altri lavoratori e, dall’altro, esortano investimenti nei servizi pubblici per l’occupazione e la crescita economica a vantaggio delle comunità locali e di tutte le persone, indipendentemente dalla loro nazionalità.