GRANO
L’import italiano sul frumento e sul mais continua a salire
Sulla base delle rilevazioni Istat pubblicate dall’Anacer – associazione nazionale cerealisti che rappresenta i trader di settore – l’import italiano di cereali, semi oleosi e farine proteiche per l’anno 2014 è in aumento di 2,5 milioni di tonnellate (mln t) rispetto al 2013, passando da 16,6 a 19,5 mln t (+17,3%). Nel 2014 abbiamo acquistato dall’estero oltre il 50% del fabbisogno nazionale. Questo deficit produttivo è diviso equamente tra paesi comunitari, dai quali acquistiamo 1,2 mln t per il 2014, e paesi extra UE dai quali proviene la restante parte di 1,3 mln t. A crescere soprattutto l’acquisto di grano duro – oltre 1,12 mln t di cui 960mila dal solo Canada – ma anche di mais e grano tenero. Per entrambi è cresciuto un import di quasi 700mila t per la maggior parte di provenienza comunitaria. Aumentato anche l’acquisto di avena e sorgo – quasi 40mila t complessive. Meno interesse è stato dimostrato per i settori dei trasformati o dei sostitutivi – quasi 80mila tonnellate in meno rispetto il 2013 – a differenza della crusca, dei mangimi e del riso. Aumentate quasi di mezzo milione anche le importazioni di farine proteiche vegetali, mentre l’acquisto dei semi oleosi sono risultati ancora in calo di circa 50mila t, quasi il 2,5% in meno rispetto il 2013. Se si mettono in confronto i movimenti valutari relativi all’import/export del settore cerealicolo del 2014 si può considerare un esborso di valuta pari a 5.660,3 mln € (5.278,8 nel 2013) e introiti per 3.141,4 mln € (3.027,3 nel 2013). Pertanto il saldo valutario netto del 2014 è pari a -2.518,9 mln €, contro i -2.251,5 mln nel 2013.