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Decontribuzione per le aziende, Imu e Tasi ridotte ma il paese non riparte

8 Febbraio 2016
in L'INTERVISTA
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L’INTERVISTA
Decontribuzione per le aziende, Imu e Tasi ridotte ma il paese non riparte
di Fabrizio De Pascale

Fabrizio. Dopo una lunga ed estenuante maratona negoziale che ha portato, nel pomeriggio di venerdì 5 febbraio, al rinnovo del Ccnl industria alimentare, domenica mattina me ne stavo in panciolle a casa, pregustandomi la visione dell’incontro di rugby Italia-Francia, che avrei visto con mia moglie (che è francese) nella speranza di poter sconfiggere entrambe. Quando, all’improvviso, squilla il telefono…Drin, drin, drin…: pronto, rispondo con voce flebile, chi parla?
Stefano. Ciao Fabrizio! Come stai? Ti aspettavo per l’intervista. Arrivi per le due che prendiamo il caffè insieme?

F. Ma non ti sembra di esagerare questa volta?
S. In che senso?

F. Abbiamo fatto le 5 di mattina venerdì e poi scritto comunicati, interviste, editoriali fino a sabato, oggi potevamo starcene un pò tranquilli.
S. Io sono tranquillissimo. Ti aspetto…

F. Prontamente eseguo! A tra poco mio Generale… (e dopo mezz’ora sono da lui)
S. Vuoi un amaro?

F. Pure l’amaro! No preferisco un cioccolatino… Dunque di che parliamo?
S. Riflettevo su alcuni dati: i primi relativi all’occupazione 2015, gli altri riguardo l’IMU e la TASI.

F. Beh cominciamo dall’occupazione: il 2015 è stato l’anno del Jobs Act e degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato. Immagino che stanotte tu abbia studiato i dati definitivi?
S. Assolutamente si: 109.000 occupati in più, 254 mila disoccupati in meno. Il tasso di occupazione (56,4%) resta uno dei più bassi d’Europa.

F. Il tuo giudizio?
S. Può essere considerato un dato fisiologico per un paese in leggera ripresa, ma avremmo avuto risultati simili anche senza spendere tutti i soldi che sono stati investiti in riduzione dei contributi.

F. Addirittura. Come fai a dirlo? Sempre in base ai tuoi studi sui numeri?
S. Esatto! Dunque in un anno i lavoratori dipendenti sono cresciuti di 247.000 unità di cui 135.000 a tempo indeterminato e 113.000 con contratti a termine, mentre gli autonomi si sono ridotti di 138.000 unità. Insomma: sono state chiuse le posizioni degli autonomi meno difendibili e probabilmente alcuni di loro sono stati assunti a tempo indeterminato. Per il resto le aziende hanno utilizzato gli sgravi, finanziati con soldi pubblici, semplicemente per fare del turn-over fisiologico.

F. Insomma come si dice a Roma è una “mezza sòla” (sola = fregatura in italiano)?
S. Eh si…Caro mio noi abbiamo provato a spiegare a Renzi e a Poletti che l’occupazione non cresce per legge ma loro non ci hanno voluto credere. L’unica consolazione è che il costo del lavoro si sarà un po’ ridotto…

F. È una magra consolazione…
S. Direi magrissima…

F. Va bene, cambiamo argomento che il tempo passa…mi parlavi di IMU e TASI?
S. Si perché oltre ai miliardi spesi per ridurre la contribuzione, Renzi ha deciso di investirne altri 3,8 per tagliare IMU e TASI. Una bella cifra…

F. Beh però gli italiani, che in maggioranza sono proprietari di casa, sono contenti di questa scelta…
S. Certo! come lo sono le imprese a cui Renzi ha tagliato l’IRAP e ridotto i contributi ma…

F. Ma…
S. Il paese non riparte! Perché questi interventi “spot” da soli servono a poco. Gli italiani lo sanno, non vedono un paese che torna a crescere e se gli avanzano due soldi preferiscono risparmiare.

F. Eppure il Presidente del Consiglio rincuora, assicura, incoraggia, dà la carica…
S. Si ma, al di là degli incoraggiamenti, non fa quello che dovrebbe e che sarebbe veramente utile al paese.

F. E cioè?
S. Ri-orentare la spesa pubblica verso scelte di efficienza che creino valore per i cittadini e le imprese. Considerando i provvedimenti degli ultimi due anni, la “spending review” nel 2016 frutterà 1,5 miliardi. Risparmiamo grazie a Draghi sul costo del debito e grazie al crollo del prezzo del petrolio sulla bolletta energetica. Quando questo ciclo finirà il paese starà peggio di prima.

F. Che brutta domenica mi stai facendo passare e pensare che in TV c’era la partita di rugby Italia Francia…
S. Purtroppo è così; un anno do un bonus di 80 euro ai lavoratori con i salari più bassi, un altro taglio IRAP e contributi previdenziali alle imprese, nel 2016 elimino IMU e Tasi ma, come si dice “l’acqua è (sempre più) poca e la papera non galleggia”…

F. Dunque non c’è speranza?  
S. Certo che c’è, ma la strada da imboccare è molto più stretta e ripida di quella delle mance fin qui praticata. Dobbiamo ridisegnare la spesa pubblica, far pagare le tasse a tutti, recuperare regioni, città, quartieri in mano alla malavita, avremmo la necessità di una nuova politica industriale che nel mondo globale rediga le priorità del nostro business…

F. Oggettivamente non mi sembra che questi argomenti siano molto presenti nell’ordine del giorno dell’agenda politica…
S. È il motivo per cui ieri alle primarie del PD hanno votato in 7.000 con buona pace di chi pensava almeno a 70 mila partecipanti. Sono sempre meno le persone che si sentono rappresentate da questa politica e il rischio di una deriva populista diventa di giorno in giorno più forte.

F. E che si fa?
S. Intanto ti spalmo un po’ di audacia sul panino…

F. Mettici anche una fettina di ironia per favore, che ci sta bene e ne ho bisogno. Mi ha chiamato mia moglie raggiante: la partita di rugby è finita, ha vinto la Francia…
S. Ok, alla prossima.

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