FESTA DELLE DONNE
8 Marzo, le proposte della Uila per evitare l’abbandono delle donne dal lavoro dopo la maternità
di Raffaella Sette
Al giorno d’oggi esiste una forma di violenza sottile e subdola di cui si parla poco: l’abbandono sempre crescente del lavoro da parte delle donne dopo la maternità. Tutti parlano di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ma la verità e che è che conciliare carriera e cura della famiglia oggi è molto più complesso di ieri e, a volte, risulta quasi impossibile. E così le dimissioni sono sempre più spesso una scelta obbligata.
I numeri dell’Ispettorato nazionale del Lavoro rappresentano una realtà a dir poco preoccupante: 115mila neomamme tra il 2011 e il 2016 sono state costrette a lasciare il mondo del lavoro, con un aumento del 55%, di queste una su due ha un’età inferiore ai 35 anni.
La presenza femminile nei luoghi di lavoro è un valore e oggi più che mai il futuro del paese dipende sempre più dalla tutela del lavoro femminile e dalla promozione, nei fatti, del valore sociale di una genitorialità condivisa.
La Uila ne è consapevole e, per questo, vuole provare a cambiare qualcosa, partendo dalla legislazione. Da alcuni mesi stiamo raccogliendo le firme per una proposta di legge, da presentare al Governo che verrà, che mira a rafforzare le misure a sostegno dell’occupazione femminile, sostenere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sanare lo squilibrio e la disuguaglianza tra sessi nell’accesso al mercato del lavoro e nelle retribuzioni. La nostra proposta, di cui il primo firmatario è stato il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo, innalza dall’80% al 100% della retribuzione l’indennità riconosciuta dall’INPS alle lavoratrici per tutto il periodo di congedo di maternità obbligatorio, prevede al termine del congedo obbligatorio di maternità, la possibilità di lavorare part-time fino al compimento del primo anno di età del bambino (quindi anche oltre i sei mesi attualmente previsti) e senza la corrispondente riduzione dello stipendio, aumenta a 30 i giorni di congedo obbligatorio per il padre, indennizzati dall’INPS al 100% della retribuzione. Entrambi i genitori poi potranno scegliere di utilizzare il congedo parentale facoltativo (sei mesi complessivi entro i 6 anni di età del bambino), incrementando l’indennità corrisposta dall’INPS per tale periodo dal 30% al 50% della retribuzione.
Un Paese all’avanguardia non può fare la spending review sul ricambio generazionale e su coloro che saranno gli uomini e le donne di domani. Non basta dire che vogliamo più conciliazione. Se vogliamo che in Italia tornino a riempirsi gli asili, se vogliamo che le donne siano madri e lavoratrici soddisfatte, dobbiamo essere convinti che la nostra proposta possa cambiare concretamente il domani.
Raffaella Sette, responsabile pari opportunità e politiche genere Uila-Uil