Immigrazione
I veri numeri nel Dossier statistico 2016
di Maria Laurenza
E’ stato presentato a Roma, e in contemporanea in tutte le Regioni e Province autonome italiane, il Dossier Statistico Immigrazione 2016. All’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, e il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba.
Lo scopo del dossier consiste nel favorire un maggiore livello di consapevolezza dei fenomeni migratori da parte dell’opinione pubblica, in quanto una narrazione più equilibrata mostra che l’immigrazione può dare un apporto concreto alle esigenze economico-occupazionali e demografico-previdenziali del nostro Paese. Di seguito riportiamo alcuni dati interessanti emersi dal dossier.
Sullo scenario internazionale l’Italia si distingue non solo per i 5.026.153 cittadini stranieri residenti sul nostro territorio, ma anche per i 5.202.000 italiani residenti all’estero. Nel 2015 gli sbarchi sulle coste meridionali europee hanno coinvolto più di un milione di persone, in Italia sono stati 150.000.
I migranti “forzati” quindi rappresentano comunque una quota ridotta rispetto agli immigrati stanziali.
I circa 5 milioni di stranieri residenti in Italia alla fine del 2015 sono aumentati in un anno di appena 12mila unità. Demograficamente non si può parlare di arrivi e presenze disfunzionali, perché va sottolineato che da anni la popolazione italiana è in diminuzione, 130mila persone in meno nel 2015. Questa tendenza è destinata a peggiorare nei prossimi anni, trovando un parziale temperamento nei flussi degli immigrati, la cui presenza è quanto mai positiva dal punto di vista previdenziale, perché in particolare per quanto riguarda le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti fornisce un copioso gettito contributivo: 10,9 miliardi di euro nel 2015. I non comunitari titolari di pensione gravano solo per lo 0,3% sul totale delle pensioni e, benché sia consistente l’aumento annuale dei nuovi beneficiari, il differenziale rispetto agli italiani sarà elevato ancora per molti anni e andrà a beneficio delle casse previdenziali.
Dal punto di vista occupazionale sono stati in totale 2.359.000 stranieri ad avere un’occupazione nel corso del 2015, 65mila unità in più rispetto all’anno precedente. Non mancano di colpire l’attenzione gli indicatori che mostrano la differenza tra l’inserimento lavorativo degli stranieri e quello degli italiani: tasso di occupazione 58,9% contro 56%; tasso di disoccupazione 16,2% contro 11,4%. A fronte di questi dati però va ricordato che solo il 6,8% degli stranieri lavora nelle professioni qualificate, mentre il 35,9% svolge professioni non qualificate e un altro 30% lavora come operaio.