L’INTERVISTA
Domenica tutti a votare
di Fabrizio De Pascale
Fabrizio. Caro Stefano, oggi il tema dell’intervista lo scelgo io!
Stefano. Ti sei montato la testa? Non esagerare.
F. Hai ragione ma per una volta posso decidere io?
S. Dai, spara, di cosa vorresti parlare?
F. Del referendum, domenica si vota. Che si fa?
S. Quoque Tu !! Proprio tu non leggi il nostro giornale on line. Abbiamo da poco pubblicato una disamina puntuale, articolo per articolo, di come cambierà la costituzione se domenica vincerà il sì.
F. Si lo so, l’ho pubblicato io ma in quell’articolo ma non c’è nessuna indicazione di voto.
S. E certo, ci mancherebbe. La UIL non ne ha mai date. Sarebbe curioso che cominciassimo ora. Peraltro sarebbe anche inutile dal momento che i nostri associati, che apprezzano la nostra autonomia dagli schieramenti, sono gelosi della loro libertà di scelta. La militanza sindacale, la condivisione con gli obiettivi della UIL non va mai scambiata per un analogo consenso sul versante politico.
F. Ma tu voti Sì o No?
S. Ho detto nessuna indicazione di voto.
F. D’accordo mi arrendo. Ma almeno puoi dirmi che succederà il giorno dopo?
S. Questa sì che è una buona domanda e non bisogna essere dei geni per rispondere. Il SI’ rafforza il Governo nei confronti delle istituzioni europee e mondiali e della comunità finanziaria. Il NO ci consegnerà un Parlamento ancora più diviso e un periodo di forte instabilità politica che avrebbe riflessi negativi anche a livello economico e sociale.
F. Addirittura!
S. Temo proprio di sì. Siamo in un momento molto difficile: non abbiamo ancora agganciato la ripresa ed è in discussione la legge di stabilità per il 2017. Una legge che, per la prima volta da molti anni, dà più soldi ai pensionati, risponde positivamente alle richieste del sindacato per i contratti del pubblico impiego e per la flessibilità in uscita dal lavoro verso la pensione. La Camera la ha appena approvata ma al Senato la discussione comincia ora. Una crisi di governo, probabile se vincesse il NO, potrebbe metterne a rischio i tempi di approvazione e anche alcuni contenuti. In un’economia globalizzata, con l’Europa che vigila sui conti del nostro paese e con l’estrema volatilità dei mercati finanziari, l’Italia non può permettersi il rischio dell’esercizio provvisorio e di una legge di bilancio che non abbia contenuti per noi in larga parte condivisibili.
F. Insomma tu dici: giusto un dibattito sereno sul voto referendario, ma ricordiamoci che dopo il 4 dicembre, c’è il 5 e il giudizio dei mercati e delle istituzioni ci attende al varco.
S. Proprio così: sarebbe bello, ma non si può decontestualizzare. Se cade il Governo potremmo vivere un periodo di forte instabilità che, come al solito, pagherebbero lavoratori e pensionati.
Tu pensi sia facile varare un nuovo esecutivo per portare a compimento la legge di Stabilità e per consentire al Parlamento di votare una nuova legge elettorale? Io credo di no, dovendo tra l’altro tenere conto di due Camere con due differenti elettorati e di un sistema politico in cui sono fiorite in questi anni varie destre, molti centri, due Pd, tre sinistre radicali e un Movimento. Quasi tutti ci hanno peraltro regalato in questi giorni un teatrino disgustoso.
F. Disgustoso?
S. È il termine più “carino” che mi viene in mente. Trovo insopportabili gli insulti e le generalizzazioni; per cui chi si schiera con il SI’ è assalito come fosse un rinnegato e gli viene affibbiato il titolo di lacchè del potere e a chi vota NO è appiccicata l’immagine del conservatore.
F. Quindi vuoi dire che anche in un confronto molto serrato sulla qualità delle modifiche proposte alla nostra Costituzione non si dovrebbe mai perdere di vista gli schieramenti reali in campo nel nostro paese..
S. Da una parte c’è chi ha esultato per la vittoria di Trump, chi vuole costruire i muri, chi vuole lasciar naufragare i barconi dei disperati. Dall’altra c’è chi non vuole regalare il paese al populismo, chi vuole costruire ponti, chi crede nella libera circolazione delle persone e delle merci. Dopo Brexit e Trump, bisognerebbe fare uno sforzo in più perché chi crede nello stesso sistema di valori non si divida. A maggior ragione non condivido la violenza verbale circolata in questi giorni nell’ambito delle forze progressiste.
F. Ma senza rispondere con un Sì o con un No, tu di questa riforma costituzionale che pensi?
S. Che ne penso…..Sono quarant’anni che dobbiamo riformare le istituzioni di questo paese e lo abbiamo fatto poco e male. Nel frattempo è cambiato il mondo, è arrivato l’Euro con i suoi vincoli, la globalizzazione con le sue leggi spietate. I cambiamenti climatici, il terrorismo globale, Internet, la digitalizzazione erano per i nostri padri parole (e realtà) sconosciute. Oggi rappresentano le grandi sfide della nostra epoca. Le migrazioni avvenivano allora per lo più dall’Europa verso le Americhe; oggi invadono l’Europa, in quanto nuovo mondo, mentre il nostro sistema decisionale è rimasto immutato –tutti corrono a una velocità pazzesca e noi siamo sempre gli stessi solo più lenti, più bizantini…
F. Molti però sostengono che la nostra sia ancora la Costituzione più bella del mondo.
S. Sì…. Come il campionato di calcio, ma apri gli occhi, guarda la realtà. Dal 1996 al 2016 abbiamo avuto dodici governi e otto presidenti. L’instabilità dei nostri esecutivi ha prodotto incertezza delle linee politiche, paralisi delle amministrazioni, costose lentezze nei rapporti con l’Ue. La frantumazione fra tutte le Regioni delle competenze per la costruzione di grandi reti ha avuto l’effetto di bloccare o frenare opere necessarie per lo sviluppo del Paese. Cinquant’anni fa la lentezza delle decisioni parlamentari passava quasi inosservata, oggi produce minore crescita e più disoccupazione.
F. Quindi voti SI’!
S. Non te lo dico, ti rispondo con un’altra domanda. Secondo te in questo nuovo mondo noi dobbiamo tenerci una Camera che fa tutto e un Senato che ugualmente fa tutto? E’ ragionevole che il presidente del consiglio debba avere la fiducia due volte? Che per ogni legge si debba trovare una maggioranza due volte? Non esiste al mondo un altro paese in cui accade qualcosa di simile.
F. Quindi?
S. Domenica tutti a votare.
F. Quindi bisogna cambiare…..
S. Si è necessario in primo luogo eliminare questa anomalia solo italiana, quella che fa dipendere la vita dei governi dalla fiducia di due Camere, che possono esprimere maggioranze diverse. E trovo giusti anche gli altri cambiamenti che la riforma costituzionale propone: la più chiara separazione fra decisioni di competenza statale e regionale, la prevalenza della decisione del Parlamento su quella delle Regioni quando sono in gioco interessi strategici del Paese, la semplificazione del processo di formazione delle leggi.
F. Molti sostengono che le soluzioni proposte siano molto “pasticciate”
S. Sono d’accordo. Potevano essere scritte meglio. Ma val la pena ricordare che il meglio è nemico del bene.