EXPORT
Agroalimentare in crescita nel 2014. Il 70% resta in Europa
Rielaborazione Nomisma dei dati Istat
Ancora un buon risultato per l’export agroalimentare, cresciuto nel 2014 del 2,4% per un totale di 34 miliardi. La rielaborazione Nomisma dei dati Istat segnala, però, che rispetto agli anni precedenti il tasso di crescita ha un po’ tirato il freno. Complici i fattori congiunturali, l’embargo russo e il rallentamento dell’economia globale, il risultato si è quasi dimezzato rispetto al 5,8% del 2013 e al 10,2 del 2010. Rimane in Europa il 70% dell’export, ma la crescita è forte in Brasile (+14,8%), in Cina e Giappone (+7,6 e +7%) e negli Usa (+6,3%). Crolla la Russia con un –12% e scende del 2 la Germania. Restano invece ottimi i risultati in Gran Bretagna (+7%) e nei Paesi Bassi (+4%).
“L’export agroalimentare cresce anche nel 2014 confermando la grande richiesta di food Made in Italy che proviene da ogni parte del mondo. I dati sarebbero stati ancora più brillanti se non ci fosse stato l’embargo russo che ci auguriamo possa finire al più presto” ha commentato Stefano Mantegazza, segretario generale Uila. “Il 2015 con il traino dell’Expo e il valore dell’euro che si riduce si presenta come una straordinaria occasione perché il settore possa crescere ancora e consentire a milioni e milioni di nuovi consumatori di conoscere e apprezzare la qualità delle nostre produzioni e la professionalità con la quale i nostri lavoratori le realizzano”.
I risultati migliori sono quelli della pasta (+4,2% per 2,26 miliardi), mentre un brusco stop ha interessato Grana padana e Parmigiano Reggiano sui mercati internazionali, con una crescita quasi azzerata (0,2%) rispetto all’incremento del 4,8 dei formaggi in generale. In Europa, però, i due formaggi simbolo del Made in Italy restano in testa con un +3,4%. Contenuta la crescita del vino con un aumento dell’1,4% (5,11 miliardi) e degli oli (0,2% per 1,1 miliardo.) Sono andati male solo i prodotti agricoli e i grassi vegetali con un calo rispettivo dell’1,3% e dell’1,8%. Per quanto riguarda il vino i mercati di Usa e Inghilterra hanno mostrato forte vitalità con un incremento del 4,4 e del 6,2%, la Cina è cresciuta di poco (+1,2%) mentre la Russia è scesa a -10,2%.