CCNL ALIMENTARE
Salta la trattativa. Proclamato stato di agitazione e sciopero
Alla fine il vaso si è rotto. Dopo 14 incontri tecnici, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno deciso di interrompere la trattativa per il rinnovo del Ccnl industria alimentare. Proclamato lo stato di agitazione del settore, con l’immediato blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità, un pacchetto di 4 ore di sciopero articolato a livello aziendale da effettuarsi entro il 22 gennaio e 8 ore di sciopero nazionale il 29 gennaio. Intanto è partita la programmazione di un fitto calendario di assemblee in tutti i luoghi di lavoro.
La rottura è arrivata al termine di una lunga giornata di lavori in seduta plenaria, programmata a oltranza per due giorni proprio per giungere ad una conclusione delle trattative, cui avrebbe dovuto seguire un’altra sessione. Tuttavia nella notte dell’11 gennaio, una parte della delegazione trattante di Federalimentare si è resa irreperibile. Un comportamento che ha ulteriormente esacerbato il clima della plenaria, alla quale hanno partecipato oltre 150 delegati provenienti da tutta Italia, stigmatizzando l’atteggiamento della controparte nel non voler vuole concedere nulla, malgrado il buon andamento del settore, testimoniato dai dati economici più recenti.
“Ci auguriamo di poter riprendere presto il dialogo con la controparte ma, per il momento, la parola passa ai lavoratori che, nei prossimi giorni, faranno sentire alle aziende la loro volontà di rinnovare il contratto di lavoro” ha dichiarato il segretario nazionale della Uila-Uil Pietro Pellegrini sottolineando il grande senso di responsabilità con cui Fai-Flai-Uila, si sono presentate alla seduta plenaria “fissata a oltranza su due giorni proprio con la volontà e l’intenzione di giungere a una rapida e positiva conclusione del negoziato. Abbiamo però trovato davanti a noi una controparte che, al contrario, ha mostrato la volontà di prendere tempo e di rinviare continuamente il negoziato, ma soprattutto priva di una proposta complessiva e di soluzioni praticabili per entrare nel merito di una vera trattativa su temi quali: salario, orario di lavoro, flessibilità, Jobs act. Siamo rimasti al tavolo del negoziato fino a tarda notte, mentre buona parte della delegazione della controparte si è progressivamente defilata. E questo non è accettabile”.
Durante la trattativa, le risposte fornite dalla controparte sul tema del salario e su alcune richieste contenute in piattaforma relative a istituti fondamentali del contratto sono state giudicate insoddisfacenti. Inaccettabile, poi, la pretesa di Federalimentare di voler concludere un accordo basato esclusivamente sulla penalizzazione complessiva delle retribuzioni, a partire dal blocco degli scatti di anzianità e dall’eliminazione dei premi di produzione congelati. Inoltre l’atteggiamento di Federalimentare, dilatorio e privo di una proposta complessiva nel merito, ha ostacolato l’andamento del negoziato.
“E’ insopportabile” ha spiegato Pellegrini “l’atteggiamento assunto sulla questione salariale e sulla pretesa di poter concludere un rinnovo, praticamente a costo zero, dopo che la stessa Federalimentare non fa altro che diffondere dati positivi sull’andamento del settore: i successi di Expo 2015, la crescita annua del fatturato del 4% negli anni 2007-2013, l’incremento dell’84% dell’export negli ultimi 10 anni…
Noi siamo sempre pronti a discutere e a trattare su tutto, ma sulla base di proposte serie e coerenti con la realtà”.