Avicoltura
Il segreto del successo: filiera integrata e 100% Made in Italy
Studio Nomisma all’assemblea UnaItalia
di Teresa Annunziata
Proporre una riflessione sulle sfide che attendono il settore zootecnico italiano, ponendo l’esperienza della filiera integrata avicola come modello di riferimento, è l’obiettivo per cui Unaitalia, l’associazione nazionale di riferimento per il settore avicolo, ha organizzato, a Roma, un’assemblea aperta a cui hanno partecipato tutti i rappresentanti delle organizzazioni agricole e delle istituzioni. Attraverso uno studio condotto da Nomisma sulla filiera avicola si sono evidenziati il valore socio-economico e le grandi potenzialità di un settore che, negli ultimi dieci anni, è stato sempre in continua crescita. La crisi economica e il cambiamento delle abitudini alimentari delle persone, proiettate sul consumo di cibi vegetariani e vegani, infatti, hanno determinato un calo della spesa per le carni e i derivati in generale. Al contrario, i prodotti avicoli hanno visto aumentare, tra il 2009 e il 2015, consumi, produzione e ricchezza prodotta sia dagli allevamenti (+27%) sia dalla trasformazione (+6,2%). Tutto questo, secondo lo studio Nomisma, perché il sistema produttivo avicolo nel tempo è riuscito ad adattarsi al mutamento delle abitudini di consumo degli italiani che, a partire dagli anni ’80 si sono diversificate nel consumo di carni bianche (pollo in parti e non solo intero, pollo lavorato e ad alto contenuto di servizio). La filiera, inoltre, per la fase agricola ha circa 18.500 allevamenti che impiegano 38.500 addetti e per la fase della trasformazione (macellazione, sezionamento e preparazione delle carni e lavorazione delle uova) ha circa 1.600 imprese agroindustriali che danno lavoro direttamente a circa 25.000 addetti.
Il punto di forza dell’avicoltura italiana è la filiera integrata interamente made in Italy con un auto-approvvigionamento del 106% nel 2015, che punta alla cultura dell’innovazione e della qualità, elementi importanti per rispondere alla domanda di consumatori sempre più esigenti. Importante è anche il fatto che da essa derivano vantaggi per gli allevatori, grazie a rapporti di collaborazione stabili nel tempo, supporto tecnico-sanitario qualificato e una maggior tutela dalle oscillazioni del mercato, a cui si aggiungono investimenti in biosicurezza, benessere animale e sostenibilità.
Un dato fondamentale è che il settore avicolo, anche in tempi di crisi, ha saputo creare occupazione e la crescita e la competitività delle aziende è dovuta anche alla qualità del lavoro, svolto quotidianamente con grande professionalità dai dipendenti e dal sistema di relazioni sindacali che le parti sociali hanno saputo costruire. Per questo, è opportuno investire sempre più in processi di comunicazione in quanto il mondo avicolo deve essere conosciuto per la bontà e la genuinità dei prodotti, perché tutela la sicurezza alimentare e il benessere animale, perché investe sulla biosicurezza e sulla sostenibilità, senza mai dimenticare che al centro delle strategie integrate della filiera deve essere garantito costantemente il valore del lavoro, nonché la promozione della cultura del benessere delle lavoratrici e dei lavoratori che partecipano attivamente allo sviluppo di un così importante modello produttivo.