Sottoscritto, nei giorni scorsi, a Roma, nella sede della Confederazione nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa, da Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, Confartigianato, CNA, Casa e Claai, l’accordo di rinnovo del Ccnl artigianato area alimentazione e panificazione 2019-2022. Scaduto il 31 dicembre 2018, il contratto interessa circa 30mila aziende e più di 100mila lavoratrici e lavoratori.
L’accordo, che ha subìto dei ritardi anche a causa della pandemia, prevede un incremento economico del 4,7% pari a 77 Euro a regime per il livello 3A per il settore alimentazione e di 74 euro per il livello A2 del settore panificazione, che saranno erogati a partire dal 1 novembre 2021. Ad integrale copertura del periodo di vacanza contrattuale, sarà inoltre corrisposto un importo forfettario ‘una tantum’ di 140 Euro per entrambi i settori.
“Dopo una lunga trattativa, condizionata pesantemente dalla pandemia del Covid 19 gli oltre 100.000 dipendenti del settore ai quali si applica il contratto avranno un incremento economico pari al 4.7% al parametro medio” ha affermato Guido Majrone, segretario nazionale Uila, al momento della firma spiegando che “i due punti percentuali in più rispetto all’indice Ipca di riferimento, comunicato dall’Istat nel maggio 2021, compensano ampiamente, insieme all’una tantum concordata, il ritardo con cui le parti hanno raggiunto l’intesa.” A parere di Majrone “è anche importante sottolineare come l’aumento salariale sia stato reso possibile grazie anche alle performances del settore che, nonostante i ripetuti lockdown, sono state ragguardevoli, a dimostrazione di quanto il tessuto artigianale alimentare del nostro paese abbia retto anche per merito dell’impegno straordinario delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Soddisfazione è stata espressa per i contenuti dell’accordo che prevede, tra i punti più qualificanti della parte normativa, più ore di formazione retribuita, allargamento della contrattazione regionale ai distretti di qualità, nuove misure a sostegno della genitorialità e dei lavoratori immigrati.
In particolare è stato previsto il rilancio dell’Osservatorio di settore cui viene affidato anche il monitoraggio della contrattazione di secondo livello, degli accordi territoriali e di distretto; l’aumento delle ore retribuite per la formazione continua (da 32 a 40) oltre alla possibilità di utilizzare le 150 ore riconosciute nell’ambito del diritto allo studio, anche per corsi di lingua italiana per i lavoratori stranieri.
Sul versante del welfare, è stata prevista la possibilità per la madre lavoratrice e il padre mono-affidatario di richiedere il prolungamento del periodo di esenzione dal lavoro notturno per sei mesi continuativi, a partire dal terzo anno del figlio; la facoltà di ottenere l’anticipo del TFR nella misura del 30% nei periodi di astensione facoltativa dal lavoro per maternità/paternità; l’introduzione di forme di flessibilità nell’orario di entrata e uscita per i genitori con figli fino a tre anni di età e per coloro che sono impegnati nell’inserimento all’asilo.
Infine le parti si sono impegnate, tramite la costituzione di un’apposita commissione, a condividere un percorso di rivisitazione del sistema classificatorio.