TAR LAZIO
Annullato contributo aggiuntivo permessi di soggiorno
di Eleonora Tomba
Tra le ultime “odiose” misure varate dal governo Berlusconi, in materia di politiche immigratorie, i ministri Tremonti e Maroni vararono nel ottobre 2011 un decreto che obbligava i cittadini stranieri richiedenti il rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno a pagare un contributo aggiuntivo, variabile tra 80 e 200 euro. Contro questa misura ricorse la Cgil e il suo patronato Inca. Finalmente lo scorso 24 maggio il Tar del Lazio si è pronunciato su tale ricorso, stabilendo la non applicabilità della norma Con questa pronuncia è stata sanata una gravissima situazione discriminatoria, più volte denunciata anche dalla Uila e dall’Ital Uil. Una somma così elevata, unita ad altri tributi previsti dalla normativa nazionale, costituisce, infatti, un ostacolo alla possibilità per uno straniero di far valere i suoi diritti, peraltro sanciti a livello europeo.
Il TAR, in base alla direttiva UE 2003/109, che disciplina le condizioni per il rilascio dei titoli di soggiorno, ha ritenuto tale contributo eccessivamente oneroso. E lo è, a maggior ragione se si considera il fatto che tali permessi hanno durata limitata, e quindi si è costretti a richiederne il rinnovo frequentemente (dunque a pagare più volte i contributi).
Abrogata la norma, resta in vigore l’obbligo di versamento di 30,46 euro per il rilascio del permesso elettronico. Il problema però è che, in assenza di indicazioni da parte del ministero dell’interno, le questure hanno dal 25 maggio sospeso tutte le domande presentate per il rilascio del permesso elettronico corredate dal solo versamento del contributo di 30,46 euro.
Restiamo in attesa, nei prossimi giorni, della suddetta comunicazione da parte del ministero degli interni, che sbloccherà finalmente la situazione, dando seguito alle domande presentate. Sarebbe anche auspicabile che il governo, riparando al torto compiuto, restituisse in automatico il “maltolto” a decine di migliaia di immigrati.