AGEA
La riforma non si basa sul cambio del vertice
di Fabio Caldera
Nonostante il Mipaaf non abbia ancora ufficializzato il cambio al vertice, sembra che il 5 luglio Gabriele Papa Pagliardini, attuale responsabile dell’Autorità di Gestione dei PSR della Regione Puglia, si insedierà come direttore unico di Agea al posto di Stefano Antonio Sernia.
La Copagri non cerca un capro espiatorio. Siamo, infatti, convinti che non servano le dimissioni di un dirigente per sanare i problemi di Agea. Alla base della messa in mora avanzata insieme a Confagricoltura contro l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, c’è proprio la richiesta di una profonda modifica del sistema, con cambi sostanziali non solo di persone, ma soprattutto delle logiche di funzionamento.Il quadro, ormai deterioratosi oltre ogni limite, esige una profonda e fisiologica mutazione.
La Copagri lo sta chiedendo da troppo tempo ed ora che il processo è iniziato, è il momento di procedere con coraggio strutturando la nuova Agenzia con criteri nuovi, basati sui suggerimenti proposti dalle organizzazioni professionali e dai CAA.
E’ necessario un profondo rinnovamento perché ad oggi le preoccupazioni delle imprese agricole restano invariate, con aziende che ogni giorno vengono penalizzate per il disinteresse da parte della pubblica amministrazione.
La settimana scorsa la Copagri è stata ascoltata dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ove ha avanzato delle proposte concrete per un sistema informatico che funzioni e un sistema normativo adeguato che trovi il connubio tra le richieste di Bruxelles e i campi agricoli italiani, per una vera forma di aiuto alla agricoltura italiana.
La riforma dell’agenzia è prevista nel Collegato agricolo, che assegna la delega al Governo, e che sarà approvato in terza lettura entro la fine di Giugno. La Copagri auspica che si tenga conto del suo contributo e che dall’approvazione del provvedimento si proceda realmente ad una rapida riforma di Agea e del Sian.
Altrimenti bisogna dichiarare già da adesso la responsabilità di questa amministrazione nel disinteressarsi delle aziende che chiudono, dei lavoratori che restano disoccupati, dei prodotti della terra che restano non colti.