GIORNO PER GIORNO
Una giornata campale
Giornata campale a Montecitorio, dove entra in dirittura d’arrivo, senza più la rete di sicurezza del Patto del Nazareno, la votazione sulle riforme costituzionali: dall’abolizione di Senato e Province (che cambiano nome e restano più o meno al loro posto), alla soppressione del CNEL (proprio quando gli accordi sulla rappresentanza gli avevano trovato qualcosa da fare), all’ennesima ripartizione di competenze tra Stato e Regioni ad altro ancora di non minor conto.
Tanta carne al fuoco parlamentare, tra chi attizza le braci e chi lavora di estintore, tra chi esce senza votare e chi vota prima di uscire, con parecchi voti favorevoli e contrari dati egualmente di malavoglia.
Renzi si rende evidentemente conto che le sue riforme rischiano di uscire crude o bruciacchiate, di sicuro approvate con una maggioranza molto risicata, salvo complicazioni. Perciò, annuncia fin d’ora che “si rifarà” col referendum confermativo.
Giornata tesa anche a Bruxelles, l’Eurogruppo non sembra voler concedere alla Grecia nuovi aiuti, a cominciare dalla rata in scadenza a marzo, da rimborsare assieme ai vecchi in proporzione alla futura crescita del PIL nominale greco, vale a dire se e quando il governo greco avrà i soldi e sempre che non gli servano ad altro.
Tsypras e Varoufakis, respinti con perdite, minacciano “via intervista” di rifarsi chiamando i greci a un referendum di fatto sull’euro e sull’Europa. Attenzione, chi si vuole rifare con gli appelli al popolo, sa dove cominciano, ma non può sapere come e nelle mani di chi andranno a finire.