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Pernigotti, dietro front dei turchi.La produzione resta a Novi Ligure

Pellegrini: “basiti da piano industriale virtuale”

11 Ottobre 2019
in ALIMENTARE, Economia, Industria Alimentare
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pernigotti
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La vertenza Pernigotti si arricchisce di un nuovo colpo di scena. Dopo la rescissione dei due contratti preliminari, sottoscritti ad Agosto, con Emendatori per il gelato e Spes per il cioccolato e il torrone, la proprietà turca ha prima annunciato la vendita del ramo gelati ad Optima, gruppo tra i leader mondiali nella produzione di ingredienti per gelato, per poi presentare l’ennesima giravolta: mantenere la produzione del cioccolato a Novi Ligure. In pratica si torna indietro di un anno senza che, almeno in apparenza, siano stati sciolti i nodi economici dello stabilimento Pernigotti.

E’ stato proprio il direttore finanziario, Pierluigi Colombi a dare questa notizia, al tavolo con le parti sociali tenutosi al ministero dello Sviluppo economico, annunciando che oltre a mantenere la proprietà dell’intero sito produttivo di Novi Ligure garantendo la produzione di preparati per gelato, cioccolato, praline e torrone tramite l’impiego del personale, dei macchinari e dello storico know-how, l’azienda presenterà un piano industriale entro la fine del mese di Ottobre. Colombi ha spiegato che la vendita del rampo gelati ha consentito la totale copertura dei costi di produzione “Ice&Pastry” grazie ad un accordo di co-packing con il gruppo Optima, che coprirà i costi della forza lavoro per 12-19 persone. La cessione al gruppo Optima ha riguardato anche la rete vendita e quindi la sede ed i lavoratori di Milano.

Secondo quanto asserito da Colombi ci sarà dunque una rivisitazione dei costi dello stabilimento di produzione e un piano di sviluppo della divisione Confectionary dovuto all’ammodernamento degli impianti e al piano di gestione di risorse attraverso flessibilità e riduzione della forza lavoro da 15 a 25 unità. In sostanza, in seguito alla vendita del reparto gelati sono state ricavate risorse economiche tali da far riconsiderare la volontà di chiudere lo stabilimento e immaginare anche una crescita moderata della produzione nei prossimi anni.

L’incognita che resta è la sorte dei lavoratori. “Siamo basiti e anche un po’ arrabbiati” ha commentato immediatamente il segretario nazionale Uila Pietro Pellegrini. “A parte le modalità di comunicazione dell’operazione di acquisizione del ramo gelateria con Optima, oggi ci viene presentato un piano industriale “virtuale”, tutto ancora da costruire, in cui già si parla di esuberi senza alcuna garanzia di crescita della produzione e di investimenti. Cosa è cambiato rispetto a due mesi fa? Dove sono gli investimenti? Perché due investitori seri come Emendatori e Spes sono stati esclusi? Noi accetteremo solo un piano industriale espansivo, che tuteli in primis i lavoratori” ha aggiunto ricordando che la gestione Pernigotti da parte dell’attuale proprietà perdeva un milione e mezzo di euro l’anno. Pellegrini esprimendo perplessità sulla presentazione del piano industriale da parte della proprietà ha poi continuato: “il gruppo Optima è senz’altro una società seria che può aiutare la Pernigotti a risollevarsi. A noi però interessano i lavoratori, il nostro problema è avere un piano industriale di supporto che sia sostenibile, e garantisca la piena occupazione delle persone che sono in Pernigotti per un periodo molto lungo. Non lasceremo che l’azienda diminuisca l’occupazione”. Nonostante quanto affermato dal direttore finanziario al Mise, l’azienda ha poi smentito che ci saranno degli esuberi parlando piuttosto di uscite volontarie o accompagnamenti alla pensione. Una versione che non convince il segretario Pellegrini secondo cui “anche l’uscita morbida, senza però prevedere assunzioni, equivale per noi ad una riduzione del personale”.

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